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Nome: maria pia From: putignano Email: putignanopia@otmail.it Invia: Invia Remote Name: 79.47.248.123 Remote User: HTTP User Agent: Mozilla/4.0 (compatible; MSIE 8.0; Windows NT 6.1; Trident/4.0; SLCC2; .NET CLR 2.0.50727; .NET CLR 3.5.30729; .NET CLR 3.0.30729; Media Center PC 6.0; Tablet PC 2.0; .NET4.0C; .NET CLR 1.1.4322; AskTB5.6) Date: 12/01/2011 Time: 23.29.33
L'arte è avere calore,fuoco,amore,dolcezza dentro di se, tanto da volerla donare agli altri.
TINO SIGNORINI - NELLE TENEBRE DELLA FANTASIA di Claudio Alessandri Chiunque abbia avuto la ventura di conoscere il pittore, l’artista, Tino Signorini e vada alla ricerca della figura di un artista come immaginata da un animo romantico, votato al tormento della comprensione dell’intimo umano, è bello che servito. Tino Signorini è la rappresentazione più fedele dell’essere ieratico, la sua figura snella accentuata dall’altezza, è il mezzo, non la ragione del suo apparire distante dalle minuzie del mondo, è il suo volto a caratterizzarlo, o meglio il suo sguardo che da la sensazione di essere sempre perduto per sentieri inesplorati, dolori provati nel profondo e immaginati in una vita assurda nel suo proporsi, nella realtà di un perenne olocausto. Tutto ciò si stratifica nei supporti che accolgono l’espressione artistica di Signorini, nella personale proposta, ancora una volta, da Laura Romano profonda estimatrice dell’arte nel termine più nobile, i colori prevalenti sono il nero, il grigio solcati da brevi lampi azzurri, alcuni verdi, eppure le opere pittoriche di questo artista non suggeriscono visioni lugubri, il nero non simboleggia la morte, il grigio la mediocrità, l’azzurro e il verde attimi, solamente attimi di visioni felici rapidamente catturate e fagocitate dalle tenebre. Tino Signorini fa vivere la notte, dalle case appena percepibili nell’oscurità che emana irritante mistero, si accendono all’improvviso luci racchiuse nell’angusto rettangolo di una finestra, occhi luminosi che esprimono vita, desiderio di narrare storie segrete di amori rubati, di profondi dolori raffigurati su una tela o vergati su pagine ingiallite di un narratore che trova rifugio solamente nella flebile luce di una lampada triste. Signorini un artista, una idea rivelata con estrema pudicizia, una tecnica che sfida il comprensibile, messaggera di un’idea mai mutata nei tanti anni di fervido operare in un campo, la personale raccoglie opere dal 1980 al 2011, che non predilige i colori squillanti, le immagini definite per non affaticare la mente dell’osservatore, Tino Signorini non ci regala l’evidente, quasi una sfida alla comprensione, richiamata nel buio da piccoli lampi luminosi ciò che nessuno potrà mai comprendere, decifrare nell’oscurità dell’intelletto, non una vita, ma milioni di vite, non un racconto, ma milioni di racconti che non propagano notizie luttuose, ma gioia nella scoperta, frutto della magia di un’arte che può anche non piacere, ma attrae e induce in considerazioni che vanno al di la del limitato supporto per invadere un mondo che ha perduto, per sempre, la gioia e la musicalità del silenzio. La mostra di Tino Signorini si inaugura il 4 febbraio 2011 alle ore 18 presso la Galleria Elle Arte di Via Ricasoli, 45 Palermo e si protrarrà fino al 19 febbraio 2011. Orari 16,30 - 19,30 (Chiuso Domenica) Claudio Alessandri =======================================================================================
GIUSEPPE FELL – L’ETERNO MISTERO Terra, acqua, aria, fuoco; con questo titolo l’ultima mostra di Giuseppe Fell, si addentra in un mondo misterioso, una dimensione ultraterrena che simboleggia, inutile ricordarlo, i quattro elementi che rappresentano la creazione, la Divinità che si manifesta nei suoi elementi terreni, comprensibili dall’umanità intera, ma non sondabili nel suo aspetto spirituale. Esperti dell’occulto, dotti scienziati o anche teologi di chiara fama, hanno cercato di svelare un mistero che, come tale, non può essere compreso da mente umana, stimolo e irritante pensiero dell’uomo da quando, grazie a questi elementi fondanti è comparso sul nostro pianeta. Quindi Giuseppe Fell, nei suoi dipinti vuole rappresentare il mistero, sotto le sue diverse forme e colori, è un giuoco più che una sfida, questo “divertissement” si evidenzia in forme indefinite e indefinibili, nei colori che si incontrano e si amalgamano, oppure si scontrano in funambolismi cromatici che, solo l’abilità dell’artista soccorre per non farli piombare della banalità, nel “dèjà vu”. Quest’ultima personale di Fell, ospitata dalla Galleria Elle Art di Palermo, ordinata con la solita sapienza da Laura Romano, ci offre un mondo apparentemente perfetto, almeno nella completezza dei suoi quattro elementi, i dipinti sono una evidente sfida alla materia a divenire preziosa, diversa nella composizione formale e cromatica, ci sovviene la ricerca della “pietra filosofale”, quando la moderna scienza muoveva i primi passi tra mortai, pestelli e alambicchi in ambienti ispiranti mistero, era quella, pur nel fantastico, la sperimentazione e è proprio quello che “insegue” Fell, con identica ansia di scoperta. Il titolo scelto da Giuseppe Fell per questa mostra, ci conduce e riflettere sul mondo dell’arte moderna, è molto probabile che l’artista volesse esprimere, non il Trascendente nella forma terrena, ma il tormento, il suo tormento nella ricerca di forme finite nelle infinite soluzioni offerte dall’arte. Della musica, dell’arte sotto le sue svariate forme, della poesia si dice: “sublime”, quindi al di fuori di una espressione banale, il sublime si addice alla divinità, alla bellezza generata da una natura non corrotta. Ed è proprio qui l’assurdo, una natura splendida è esente dalla presenza umana, eppure è nell’essere umano che il “Supremo si è compiaciuto” e da lui ha fatto scaturire la bellezza e l’armonia, oppure è l’illusione, la pietra di paragone tra la volgarità, il dolore, la sopraffazione che derivano da quella “splendida armonia” che l’essere umano ha corrotto “sua immagine e somiglianza”. Osserviamo le opere di Giuseppe Fell, quell’incontro o scontro di colori a volte vivaci, a volte tenui che rappresentano, forse, l’umanità nei suoi straordinari valori e nel contempo vergognosi disvalori, giungiamo alla conclusione, certamente opinabile, che le opere di Giuseppe Fell sono degli specchi che riflettono, non l’uomo nella sua fisicità, ma la sua spiritualità generosa o orrenda miseria di azioni corrotte da infamante desiderio di prevalere sul prossimo per soggiogarlo al suo volere, anche il più torbido e meschino. La mostra si inaugura il 14 gennaio alle ore 18.00 presso la Galleria Elle Arte - Via Ricasoli, 45, Palermo ed è visitabile fino al 29 gennaio tutti i giorni dalle 16,30 alle 19,30 escluso la domenica Claudio Alessandri =======================================================================================
ALDO CACIOPPO E LA PITTURA DINAMICA di Claudio Alessandri Nell’osservare le opere di questo giovane artista che, in breve tempo, ha acquisito tutte le regole che sono alla base dell’arte pittorica, sommate a un talento naturale, si nota immediatamente la ricerca di un mondo vitale, propositivo, l’espressione artistica, anche la più impeccabile dal punto di vista formale, non desterà mai un interesse duraturo, vivrà nell’attimo di uno sguardo fugace e non farà mai la storia dell’arte, in senso universale. Aldo Cacioppo, come di già evidenziato in precedenza, osserva l’umanità che lo circonda, gli oggetti, anche i più banali e la natura, la forma più spontanea di proporsi all’evidenza. La natura, anche se rappresentata da una roccia, solo apparentemente è immobile, ma all’occhio esperto di un artista, non sfuggono le infinite varianti che offre quel modello “ottuso”, non intendiamo riferirci ad una visione tridimensionale, Aldo coglierà la plasticità di un’ombra che, proiettata sulla superficie amorfa, le conferisce vita, movimento la, dove il comune osservatore scorge unicamente una massa informe e inamovibile. Nel fornire una spiegazione logica a quanto fin qui affermato, ecco mostrarsi il candore di alcune vele, gonfie di vento, spingono dei battelli verso mete immaginate, sognate, ma l’insieme rappresentata non mostra contorni definiti, il vento, il mare e le nuvole sono in continuo divenire ed è sotto questo aspetto che Cacioppo le coglie in forma dinamica, l’immagine apparentemente confusa, suggerisce quel movimento rapido che sorregge l’intera opera, non sarebbe così se l’artista rappresentasse delle barche a vela in navigazione, linee seducenti, colori vividi di un mondo marinaresco che noi conosciamo molto bene, in questo caso osserveremmo l’immagine riprodotta su di una cartolina, un ricordo di un momento felice, subiremmo il fascino immediato, più di un sentimento che visivo, e nulla più. Nell’opera di Aldo leggiamo l’energia, quella forza selvaggia che spira sul mare a gonfiare delle vele, ma anche ed è questo l’essenziale, quel movimento che è vita e che rimane impresso nella nostra mente ancora per molto tempo. Se invece ad attrarci sono dei cavalli lanciati al galoppo verso il traguardo, ecco che l’immagine si anima in quella dinamicità che caratterizza la maggior parte dei dipinti di Aldo, i colli protesi verso il loro premio, la massa possente dei corpi sfuma nella rapidità della corsa, i fantini divengono macchie di colore che abbandona l’attimo che precede, si riconoscono le casacche dai vivaci colori che accompagnano, disfacendosi attimo dopo attimo nell’assecondare lo sforzo del cavallo. Anche in questo caso l’immagine non è nitida, se così fosse parleremo di dinamicità del “futurismo”, quella corrente pittorica che, per prima, volle spezzare l’immobilismo delle scuole affermate da secoli, ovviamente con le dovute e volute differenze. Un torero protende il suo petto a sfidare le corna del toro, la lotta senza tempo, tra forza bruta e valore dell’intelligenza, il rosso squillante della”mantiglia” si diffonde in gran parte sul supporto dipinto, l’uomo e la bestia sono appena percettibili e è così che mai nessuna retina potrà cogliere quell’attimo supremo, quel filo sottilissimo che separa la vita dalla morte: e è vita la danza, il corpo di una ballerina che colora il supporto con il suo elegante, rapido movimento. Potremmo proseguire in queste interpretazioni critiche all’infinito, fino a quando la luce violenta che ha colpito il nostro vedere speculativo si spegne, una volta esaurito il trepido, difficile e sempre aleatorio giudizio assolutamente personale. Abbiamo parlato di vele, di cavalli, di tauromachia e della sua espressione danzante, ma Aldo non è solo questo, è anche altro, moltissimo altro che suggerisce un avvenire ricco di soddisfazioni e sempre nuove vie, quelle strade che, se percorse coerentemente, hanno una sola meta, l’arte sopra ogni altra cosa. La Mostra sarà inaugurata il 12 gennaio presso l’Associazione Libera, sede espositiva: Sapori e Sapere della Legalità, Piazza Castelnuovo, 13 Palermo e si protrarrà fino al 12 febbraio, orario: 9 – 13 – 16 - 20 Claudio Alessandri =======================================================================================
IL RINOCERONTE DI DURER DI PINO MANZELLA Ritrovo Pino Manzella dopo molti anni, non per mia colpa o sua, semplicemente perché l’eco della sua attività pittorica mi giungeva come eco lontano, la sua attività artistica che parecchi anni innanzi mi aveva catturato, continuavo a partecipare al suo percorso creativo percorrendo un viale parallelo con lo sguardo volto verso quel mondo di suggestioni culturali che hanno condizionato, ma non negativamente, il lavoro di Pino sempre proteso verso quell’incertezza che ammanta l’orrido e la bellezza, opponendoli nella volontà di comunicare al prossimo le proprie idee, messaggi criptici, volutamente misteriosi affinché l’osservatore delle sue opere giungesse, solitario, a una conclusione interpretativa, una sfida comunque vinta nel costringere a pensare, chiedersi il perché di quel colore, di quell’immagine incoerente pur nella bellezza realizzativa. Messaggi ed ancora messaggi che, alle volte divengono invocazioni per scuotere un mondo che Manzella ama, pur nelle sue contraddizioni. Sono tornato a incontrare Pino, la mia strada parallela ha subito un’improvvisa deviazione, e ho ritrovato quel mondo sospeso tra l’incertezza e la speranza, ho rivisitato opere gia conosciute, ho osservato i suoi nuovi lavori e le mie sensazioni, avvertite un tempo, sono tornate a ridarmi fiducia, certezza di avere visto giusto, nella giustezza dei soggetti, nei colori ingannevolmente pastellati, e la fedeltà ai supporti da lui utilizzati. Fogli sottratti ad antichi scritti, vergati con quell’eleganza formale che fa temere sempre l’inganno. Quei fogli, oltre al fascino dell’antico, danno preziosità ai soggetti dipinti, il colore dolcemente ambrato creato dalla vetustà, esalta la dolcezza incisiva del colore, e ancora una volta torno felicemente a percorrere l’identica strada percorsa da Pino. Ogni opera non è fine a se stessa, la bellezza e l’armonia sempre presenti, non collidono con il senso intrinseco dell’opera, se così fosse la pittura di Pino Manzella non avrebbe più una ragione per mostrarsi e essere mostrata a cogliere il giudizio dell’osservatore, quelle opere diverrebbero dei veicoli visti nella loro armonia di linee, nella dolcezza acquerellata dei pigmenti contrapposti all’ossolutismo della funerea china, ma nulla più e non è questo che ha spinto Pino a aprire il suo intimo sentire a mostrarsi denudato perché nulla sia di ostacolo alla comprensione, uno sguardo diretto, nessuno ostacolo a penetrare un mondo che, se compreso, diverrà l’unico scopo di una vita, del vivere nell’armonia di un mondo perfetto che l’umanità, nella sua cecità ha condotto sull’orlo di un baratro pauroso. Che cosa ci sta a fare quel rinoceronte dentro un televisore ed un cuscino apparentemente incongruo alla composizione? Il rinoceronte è identico a quello disegnato dal grande incisore Durer, ma il grande artista tedesco non colorò mai le sue incisioni, questo ha la corazza tricolore, poi rimane il cuscino, questo proprio non ha alcun senso. A questo punto dovrebbe intervenire un dubbio, o Manzella è matto, ci vuole prendere in giro, oppure…oppure vuole dirci qualche cosa. Non intendo giudicare il prossimo, ma se si cercasse un senso logico nell’apparente illogicità? Si può sempre tentare, arrendersi subito non condurrebbe a nulla anzi, condurrebbe a un vuoto deludente. Allora il rinoceronte assomiglia a quello di Durer, è un omaggio, no troppo banale, eppure quella creatura è l’immagine della forza bruta, della violenza tesa alla distruzione, la corazza è colorata, ma quei colori ricordano la bandiera italiana, quindi da quella televisione si sprigiona un volere che è violenza, è asservimento, è corruzione è tutto ciò che è in possesso di tanti mezzi di comunicazione, forse quel rinoceronte ricorda la violenza del fascismo, ma allora non esisteva la televisione, la radio si, un solo giornale quello che diffondeva esclusivamente il volere del “partito”. Abbiamo dato un senso al rinoceronte, alla televisione, ai colori, ma al cuscino no, e se stesse indicare un’accettazione supina al volere del rinoceronte televisivo? E possibile, anzi sicuro. Altre opere di Manzella suggeriscono violenza, morte, cristallizzazione dei cervelli, poi i suoi disegni si aprono alla speranza, alberi dalle grandi fronde, un uomo cieco che è stato un grande poeta, un libro leggero come una farfalla. Potremmo proseguire lungo la via in compagnia di Pino chissà ancora per quanto, ma è giunto il momento di farmi da parte, io nell’economia artistica di Pino, sono un sovrappiù, posso anche fermarmi tanto sono certo che Manzella non si fermerà mai, troppo forte è la fede di questo artista, la fede per un ideale, e sono gli ideali che guidano e trasformano in bene le brutture del mondo. La mostra dal titolo “Acquerelli dei conti che non tornano” si inaugura il 7 gennaio 2011 ed è visitabile fino al 3 febbraio ed è ospitata presso la Galleria annessa alla pasticceria Palazzolo sulla 113 all’ingresso di Cinisi (PA) Claudio Alessandri =======================================================================================
SALVATORE CAPUTO E ILARIA CAPUTO - MITICI APPUNTI Salvatore Caputo, pittore e scultore; Ilaria Caputo, scultrice e pittrice. Quale artista non desidera in cuor suo che un suo figlio o figlia, segua l’identica via da lui tracciata, amata, sofferta nell’idea, nella sfida imposta da perenne trepidare per creare visivamente i sentimenti della propria mente creativa? Il Maestro, colui che nell’insegnare è disposto ad annullarsi, a occupare una dimensione defilata affinché emerga il talento di una propria “creatura”. Quello è l’uomo più felice del mondo. E’ il caso di Salvatore Caputo e la figlia Ilaria Caputo, un binomio iniziale che accomuna l’esperienza decennale e lo sbocciare di un nuovo racconto, nuovo perché destinato, un giorno, a percorrere vie nuove, originali, scaturite da un proprio intendere l’espressione artistica. Con Salvatore esiste una pluriennale amicizia, ho un suo piacevole ricordo della sua frequentazione, di tutte le Gallerie d’Arte di Palermo, in particolare di Arte al Borgo, come me e tutti gli artisti più noti del mondo locale, nazionale per poi involarsi verso mete internazionali. Quello fu un periodo prodigo di istanze culturali, oltre alla pittura e la scultura, facevano parte di quel mondo “fatato”, intellettuali come Leonardo Sciacia, Gesualdo Bufalino, solo per fare qualche nome. Sorpreso da un “incanto maligno”, quel fervore cominciò a scemare per poi scomparire del tutto. Non credo comunque di avere mai perduto di vista Salvatore Caputo, artista a tutto tondo che, negli anni si impose per il suo mondo pittorico, un modo originale di raffigurare il “silenzio”, la sua pittura, volendo trovare a tutti i costi uno stile, venne classificata “surreale”, certamente la quiete è, ai nostri giorni, surreale, ma nella pittura di Salvatore si impongono stile cromatico e ispirazione fantastica, un binomio che ritengo sia il suo “timbro” distintivo, e tranne il colore, anche nelle sue numerose sculture Salvatore non ha abbandonato e non abbandona, le figurazioni fantastiche arricchite da una sapienza tecnica che non condiziona l’espressione squisitamente artistica, quindi svincolata da leggi matematiche e fisiche. Ilaria la conosco da giovanissima quando insieme a Salvatore e a sua mamma, partecipava alle inaugurazioni di “personali” o “collettive”, anche quelli erano tempi felici, oppure quando recandomi allo studio del padre, ho cominciato a notare delle sculture in terracotta plasmate da Ilaria che frequentava l’Accademia di Belle Arti di Palermo, allieva del Professore e scultore Salvatore Rizzuti, dall’insegnamento del quale Ilaria ha saputo trarre il massimo dalla sapienza scultorea, il rigore della tecnica, indispensabile per giungere a risultati eclatanti, ha subito nelle opere di Ilaria la dolcezza plastica che nessuno può insegnare, una caratteristica che distingue un buon esecutore da una artista. Ho potuto apprezzare le non comuni doti di Ilaria, nel disegno, avendo eseguito le tavole inserite nel volume dedicato all’Arte e Scienza nei Castelli Federiciani, da me scritto e illustrato da questa giovane, ma già sicura nella tecnica e nell’espressione figurativa di questa artista. Il mio sguardo, oggi, si amplifica insieme al giudizio positivo, nell’osservare le opere di Salvatore e Ilaria che, in simbiosi presentano una loro personale, pittura e scultura, settorizzate ma non disgiunte nella tecnica e nell’atmosfere. La personale che si intitola “Mitici Appunti”, potrebbe essere considerata il compendio di due espressioni artistiche, scaturite entrambi da una unica idea. Le opere di Salvatore richiamano alla mente, i suoi colori, ma sarebbe più esatto dire, il “modo” del colore, il suo esprimere mondi sconosciuti, atmosfere sognate o immaginate in un mondo “diverso”, dove regna un silenzio ponderato, ricco di istanze non cristallizzato nella contemplazione oziosa della natura. Il mondo di Ilaria esprime classicità, ma non fine a se stessa (vedi l’opera Grecia), nella quale è espresso un mondo lontano nel tempo e nella civiltà che seppe esprimere che, a contatto con la volgarità e l’ignoranza, si sgretola, abbandonando bellezza e solidità coinvolti dal vortice della non comprensione. Straordinariamente significativo il paesaggio disseccato, non più fonte di crescita materiale e culturale, se non fosse per una figura muliebre dominante o avviluppata da una vegetazione florida opposta a una natura morente che si specchia in una grande luna, la speranza incombente di un, sempre possibile riscatto. La mostra che avrà luogo presso il Complesso Monumentale Guglielmo II – Monreale si inaugura il 5 febbraio 2011 alle ore 17 ed è visitabile fino al 18 dello stesso mese. Claudio Alessandri =======================================================================================
NAIRE FEO NELLE LEGGENDE POPOLARI SI MANIFESTA LA STORIA DI UNA NAZIONE Tutti i popoli della Terra, dalla Groellandia alla Patagonia, serbano gelosamente le vicende delle loro origini, leggende, saghe, mitologia, tutto si richiama a un lontanissimo passato, sconosciuto alla storia. Quando le vicende politiche, militari e della vita di ogni giorno, vennero narrate dagli storici, queste tradizioni, tramandate oralmente per secoli, non vennero dimenticate, gli storici se ne servirono quale base di partenza per la “storia ufficiale”; le citarono in forma dubitativa, ma anche in questo modo, le confermarono quale forma parallela della storia scritta. Per storia parallela intendo un percorso lineare degli eventi degni di nota, arricchiti e ampliati da narrazioni fantastiche a “vestire” un grande battaglia, un amore contrastato, tutto insomma speculare alla storia reale, come è noto in geometria due parallele non si incontrano mai, lo stesso avviene tra storia e leggenda, ma in ogni caso reali e tangibili entrambi. Fra l’altro è bene fare una considerazione banale, senza dubbio, ma normalmente trascurata. La così detta “storia ufficiale”, risponde a dei precisi canoni, influenzati ovviamente da un determinato “momento”, quindi ciò che viene narrato è “ingabbiato” entro fattori esterni che inevitabilmente la condizionano, e non bisogna limitare questo concetto ad un lontanissimo passato, anche se limitato a pochi anni, è incontrovertibile, leggiamo su libri di storia, fatti e misfatti che il tempo “galantuomo” ci mostra nella cruda realtà, certamente poco edificante. Concludendo, la “storia ufficiale” non vuole volontariamente stravolgere la volontà, ma inconsciamente ciò è avvenuto, avviene e continuerà a avvenire, la “storia parallela” non mente, narra gli identici eventi in modo del tutto personale, aggiunge alla realtà cruda e gelida, quel tocco di poesia fantastica che concorre a dare una veste accettabile anche ai fatti più tristi. In questa personale Naire Feo, racconta per immagini e secondo il suo vedere stilistico, numerose leggende riferite alla Sicilia, terra dai più definita “del mito” a giusta ragione poiché questa isola è stata il crogiuolo di molteplici popoli, ognuno dei quali, insieme alla “storia ufficiale” immortalata da celeberrimi studiosi, cronisti e storici, ha aggiunto le proprie leggende legate alle battaglie famose, ad amori sconvolti da crudeltà inenarrabili, a fantastiche ricostruzioni di vite di santi e di eroi. Naire, fornisce una sua interpretazione visiva a leggende che scivolano verso la favola, oppure favole che hanno uno sviluppo da avvenimenti realmente accaduti. Ho potuto constatare personalmente che il popolo, così detto minuto, è più disposto ad ascoltare gli accadimenti storici e non, sotto forma di leggenda, interessandosi poco dell’arida e pedante, a volte, realtà. Evidentemente tra le opere di questa artista non poteva mancare la leggenda di re Artù, quella della Pantofola della Regina, Santa Rosalia, non poteva mancare quella di Colapesce, un essere dotato di capacità natatorie eccezionali e non poteva mancare lo “Stupor Mundi” Federico II di Svevia, ed altre ancora che si inseriscono con delicatezza o troculenza, nei fatti storici di un’isola che dalla sua posizione geografica trasse notevoli vantaggi commerciali, posta al centro del Mediterraneo, divenne ben presto il desiderio di tutte le potenze europee e mediorientali, conobbe grande gloria e indicibile dolore. Non esiste su tutto il globo terracqueo una terra come la Sicilia che espresse e in parte esprime ancora ai giorni nostri, una valenza culturale tanto vasta e varia. Naire Feo fa parte integrante di questa cultura, la interpreta nei suoi dipinti dallo stile inconfondibile, attraente come le leggende che traduce in figura, non rappresentazione favolistica, ma una realtà scaturita da fatti storici che percorrono secoli e secoli di vita quotidiana, di eventi eclatanti che permeano l’animo popolare lenendo parzialmente la fame e la miseria di un popolo che vide, soltanto vide, ma non ne fece parte, delle glorie greche, romane, bizantine, arabe, normanne, sveve; ebbe un sussulto di amor proprio contro gli abusi subiti dagli angioini, i “Vespri Siciliani”, per subito tornare nell’anonimato di dominazioni straniere che atterrarono con la violenza il desiderio di libertà di un popolo, quello siciliano che per lo “straniero” ebbe la valenza di una miniera ricca da coltivare fino a esaurirla. Non valse a mutare il destino siciliano il sangue versato per l’unità d’Italia, passò solamente di mano, tradendo le promesse e consegnando la “Nazione” Sicilia ad altri carnefici, questa è ciò che è la realtà odierna, altro non è che una tragica conferma. La mostra dal titolo “La Mia Isola” si inaugura l’11 febbraio 2011 alle ore 18,00 presso il Centro Congressi Marconi – Alcamo (TP) – ed è visitabile fino a giorno 18 febbraio 2011 – orari 9,30/13 – 16/20 Claudio Alessandri =======================================================================================
L'Albero è un essere vivente, non un oggetto ... Non è la prima volta che mi capita di notare nei pressi dei cassonetti dell'immondizia delle piante un po' sciupate ivi abbandonate magari con tutto il vaso; ma il 31 gennaio c'era addirittura un abete di circa 2 metri, steso per terra con tutte le radici scoperte e i rami ancora verdi che emanavano un debole odore resinoso: quasi una richiesta silenziosa di aiuto, visto che il “civile” essere umano, avendolo usato per addobbare il suo consumistico Natale, aveva pensato bene di disfarsene dopo un mese senza neanche preoccuparsi di ripiantarlo o di portarlo agli enti preposti . Quell'Albero - considerato non un essere vivente che fa per noi un lavoro prezioso di trasmutazione dell'aria che respiriamo - ma una COSA , ci ricorda tanto l'imperante legge dell'usa e getta che, a dispetto della crisi di cui tanto ci si lamenta, è il simbolo dell' immatura società dello spreco, e testimonia l'indifferenza e il non rispetto nei confronti della natura. Era quasi l'ora di pranzo, ma di certo ogni boccone mi sarebbe stato indigesto se non avessi fatto un rapido dietro-front con la mia volenterosa Cangoo e non fossi tornata con la decisione di caricare l'abete agonizzante e tentare di salvarlo. Per fortuna passavano di là dei ragazzi, ed insieme a loro la pianta è stata sistemata seppure a stento nell'auto, lasciandone il portellone semiaperto. Dopo tutta una serie di telefonate, la mattina dopo l'abete sempre più sofferente è stato piantumato in uno dei quadrati verdi a Poggio Tre Galli, grazie a dei vicini volenterosi che si sono prestati all'opera e dai quali ho appreso che bisognava farlo “in segreto”, per non suscitare “conflitti di competenza”. Sono stata anche informata che pure i valorosi cittadini che - invece di perdere il loro tempo in chiacchiere e pettegolezzi – sistemavano alcune piantine ornamentali nel Parco (dell'Europa Unita) ne erano stati scoraggiati perchè “non autorizzati”. Ecco un esempio di mondo alla rovescia! Invece di notare il degrado del parco causato dalla sporcizia che si accumula nelle fontane celeste-piscina e la plastica in forma di bottiglie-buste e quant'altro che deborda dai raccoglitori e sull'erba; invece di provvedere alla ripopolazione della scarna famiglia arborea con nuovi alberi -magari sempreverdi per ovviare alla tristezza invernale del parco con alberi a foglia caduca- si stigmatizza chi fa un gesto concreto di miglioramento, come metter a dimora con garbo e tanto lavoro delle piantine e dei fiori! Spero che l'abete riesca sopravvivere alla mancanza di rispetto che lo ha portato, in un freddo giorno del dicembre 2010, ad essere sradicato e condannato a morte per servire da ornamento festivo ai poco civili esseri umani del terzo millennio. Teri Volini http://www.terivolini.blogspot.com
VINCENZO NUCCI – LA NATURA RITROVATA di Claudio Alessandri La prima volta che ho incontrato l’arte di Vincenzo Nucci, qualche anno addietro, ho ritrovato quella natura che suggeriva pulsioni poetiche, la natura dei miei anni giovanili quando si offriva al mio sguardo scorci di angoli nascosti di antiche Ville corrose dal tempo, ma ancora dignitose nella loro vetustà. Quelle costruzioni di giallo tufo, erano rifugio per rampicanti invasivi quasi a volere celare segreti mai disvelati, giardini di piccole dimensioni che accoglievano in un intrigo caotico piante, alberi spontanei e esemplari rari di una natura proveniente da Paesi lontani, dai colori vivaci, dai profumi inebrianti. Nucci è attratto dal proliferare libero di una natura ricca di messaggi, di suoni di popoli lontani che la splendida natura della Sicilia ha accolto con gioia, tutti gli esemplari vegetali che il clima sub tropicale dell’isola non ha respinto, anzi accolto e fatto prosperare come splendide creature soffocate da parassiti che, giunti da noi si inebriano di libertà, di felice vivere in un mondo che, nei secoli, ha accolto con amore popolazioni provenienti dai mondi più disparati. Il simbolo pittorico che contraddistingue Nucci, quasi un marchio, un simbolo nobiliare, è la palma, un albero che si offre alla pittura in tutta la sua eleganza, dal tronco possente e dalla chioma ampia nel suo invadente cromatismo di verde sereno. Le vetuste abitazioni che riflettono il giallo del sole della loro Terra, non chiudono lo sguardo su mondi sognati, fanno da cortina all’intricata buganville che abbarbicata ad alti muri, esplode punteggiando di fiori vermigli l’anonimo sostegno, non evidente all’osservazione, suggerendo l’idea incongrua di una levità misteriosa. Vincenzo Nucci predilige nella realizzazione delle sue opere, l’uso del pastello, un mezzo che, se utilizzato con maestria, è il caso di Nucci, consente soluzioni straordinariamente efficaci nel rendere una figurazione complessa, pienamente comprensibile nei contenuti e nelle cromie. Questa personale ospitata da Elle Arte, ordinata con perizia da Laura Romano, dal titolo Memorie, Impressioni, mi consente di gettare, ancora una volta, lo sguardo nel mondo, non immaginato, ma originalmente interpretato da un Nucci sempre coerente nelle sue scelte stilistiche e interpretative di una realtà sempre più rarefatta, prossima a scomparire dalla nostra vita e con essa i ricordi felici, i languori di amori sperati e mai accaduti. Le splendide realizzazioni di Nucci ci rimandano a un felice passato mentre il presente ci ricorda l’avanzare degli anni e con essi lo svanire di un mondo che abbiamo vissuto, conosciuto intensamente e che adesso, per naturale evolversi, sfuma lentamente, ma inesorabilmente, la bellezza del corpo insieme all’armonia della natura, l’identico percorso che conduce dal nascere allo scomparire nella vita e nei ricordi. E’ evidente che nel proporre la sua idea artistica, ha toccato le corde del mio animo fin nel profondo, non ho mai sottovalutato tutte le altre espressioni artistiche, il pensiero interiore di un artista non può essere teorizzato e meno che mai giudicato con superficialità, in base al proprio intendere l’arte. Il perché prediliga le opere di Nucci, senza ignorare idee e forme diverse nel fare arte, è contenuto nel mio prediligere l’armonia messaggera di quiete, quel qualcosa che sfugge ad ogni speculazione sensoriale, le atmosfere che mi offre Nucci mi riconciliano con il mondo, una pace vacua nel frastuono di un mondo impazzito. La personale di Vincenzo Nucci dal titolo Memorie, Impressioni si inaugura sabato 26 febbraio 2011 e si protrarrà fino al 19 marzo presso la Galleria Ellearte di via Ricasoli, 45 Palermo. Ingresso libero. Orari 16,30 / 19,30 (chiuso la domenica). Catalogo elledizioni in galleria Claudio Alessandri =======================================================================================
Carnevale di Venezia: tra le strade uno psicologo realizza ritratti in versi
Per una volta l'anno un rinomato psicologo abbandona il suo studio romano per realizzare ritratti in versi per turisti e residenti nascosti dietro le maschere. Si fa chiamare il Menestrello. Cercatelo tra i canali e nelle piazze per un'esperienza indimenticabile. A Venezia unica e famosa in tutto il mondo, meraviglioso e delicato equilibrio frutto dell'incontro tra mare, cielo, terra e arte, per il Carnevale si aggira uno strano personaggio travestito da menestrello. Cappello alla mano realizza ritratti in versi, per chi decide che il Carnevale in laguna possa trasformarsi in un viaggio alla conoscenza di sé. Si fa chiamare il Menestrello e sotto la sua maschera nasconde la conoscenza di un affermato psicologo, che da anni lavora con successo sulle dipendenze, soprattutto sui giovani, che riesce ad avvicinare e conquistare grazie al suo aspetto anticonvenzionale. Si mescola tra gli artisti di strada, aspetta tutti, curioso per professione e personalità, sempre alla ricerca di nuovi volti, di storie vere, è una persona con una grande capacità di ascolto e di analisi, in grado in pochi segni di penna di tracciare un ritratto della persona che gli sta davanti. "In questo mio viaggio per calli e piazze - spiega - vado alla ricerca della dimensione narrativa, poetica della personalità. Non ho l'ambizione di proporre un vero e proprio percorso formativo, ma piuttosto un divertimento che apre alla conoscenza di sé. Quella che mi diverto a svolgere per strada non si può definire una scienza esatta, quanto piuttosto un'arte di più pensieri, che a volte si intersecano e si potenziano, a volte si contrappongono e si evolvono, arricchendosi, nel tempo, di contenuti più profondi e consapevoli. Immagino questi pensieri, allo stesso modo delle persone che incontro, come una serie di binari che, seppure divergenti, hanno un'unica frontiera: portano a conoscere l'uomo dentro, con le sue fragilità, potenzialità, anche con i suoi inevitabili limiti ed errori. Più che scienza esatta, dunque, la mia può essere considerata arte in rima, l'arte dell'Uomo". Ogni anno circa diciotto milioni di visitatori invadono Venezia, una media di circa cinquantamila persone al giorno, che si riversano in massa tra calli e campielli portando con sé un'idea della città, un'aspettativa. Chiunque approdi in laguna ha già intravisto il suo chiaro di luna nelle trame narrative di un classico della letteratura, è già rimasto stregato davanti a una veduta di Cataletto, ma oggi può vivere un'esperienza inaspettata, nuova e diversa. Già il Carnevale stesso permette di guardare la realtà in un'ottica diversa, il quotidiano scompare sostituito dall'eccezionale, dal diverso, vengono infranti i limiti del del momento, si invertono i ruoli, i re diventano servi e i servi vengono incoronati, sono leciti offese e scherzi, e oggi è possibile in questa marea di maschere, riconoscere dietro il travestimento l'essenza della persona. La strada, fatta di pietre, polvere, asfalto o fango... può davvero essere una strada che porta il viaggiatore prima alla scoperta del mondo e poi di se stesso? A Venezia sì. Cercate tra calli e piazze il Menestrello. Ufficio stampa il Menestrello: Eo Ipso (www.eoipso.it) Info: Chiara Porta cporta@eipso.it - 328 9629722 =======================================================================================
SEGUE IL LINK DI UNA MOSTRA CHE INAUGURA IL 6 MARZO ALLA GALLERIA DI TINA PAROTTI ED IL LINK DI UN'INTERVISTA SUL MAGAZINE DEL WOMENINARTESTIVAL E IN ALLEGATO UNA MIA FOTO ALLO STAND DELLA GALLERIA GNACCARINI ALLA FIERA DI INNSBRUCK.. CORDIALI SALUTI, LEO.NILDE CARABBA http://www.tinaparotti.com/ledonnenellarteoggi.html
http://www.womeninart.it/carabba.htm
Obbiettivo paesaggio workshop fotografico con Francesco Patriarca dal 24 marzo al 14 aprile 2011 4 incontri di 3 ore ciascuno, il giovedì dalle 19:00 alle 22:00 24/31 marzo; 7/14 aprile max 12 partecipanti € 180,00 per le quattro serate, con un sostanzioso aperitivo dopo la prima parte della lezione programma: http://stsenzatitolo.it/content/workshop-obbiettivo-paesaggio location, info e iscrizioni s.t. foto libreria galleria via degli ombrellari, 25 Roma 00193 t/f +39 0664760105 info@stsenzatitolo.it www.stsenzatitolo.it da martedì a sabato H 11:30-19:30 =======================================================================================
APAI è lieta di annunciare ed invitare all'inaugurazione della personale di CLAUDIO MASSIMI - NUOVE ESPRESSIONI DEL CUBOFUTURISMO 19/29 Marzo 2011 a cura di Valentina Ierrobino Inaugurazione sabato 19 marzo 2011 ore 18.30 Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Via dell’Arco di S. Callisto 40 - Roma Orario: tutti i giorni 14.00 - 21.00 La mostra ripercorre attraverso la produzione di Claudio Massimi, artista poliedrico e sperimentatore, le fasi cruciali dell’arte contemporanea del primo Novecento, fino alle più recenti espressioni artistiche e materiche. Lo fa invitando il pubblico in una galleria nel cuore storico della Città di Roma, l’Atelier degli Artisti. Se il cubofuturismo nasce dalla fusione tra il linguaggio cubista di Picasso e Braque, e il futurismo di Balla, Boccioni, Carrà, Chagall e Duchamp, l’arte di Massimi non si lascia influenzare dai soli valori plastici e sintattici dei due movimenti artistici, ma vanta l’eredità del disegno toscano del primo Quattrocento e dell’armonia e delle belle proporzioni della pittura maturata nella corte medicea del Cinquecento. I suoi maestri sono anche i Divisionisti con qualche accenno alle tecniche del Pointillisme di stampo francese, ravvisabile nelle opere sperimentali. Nel ripercorrere la produzione pittorica e grafica di Massimi, si denota meglio la figura dell’artista esponente del cubofuturismo e del maestro sperimentatore di nuove espressioni visive. Claudio Massimi nasce a Roma nel 1954, dove vive e lavora. La precoce attitudine al disegno lo spinge dapprima ad iscriversi al Liceo Artistico e successivamente all’Accademia delle Belle Arti di Roma, seguito dai maestri Marcello Avenali, Antonio Scordia, Sante Monachesi e Guido Strazza. E', qui, grazie all'influenza dello storico dell’Arte Maurizio Fagiolo Dell’Arco che proietta le sue attenzioni sull’importanza degli artisti seicenteschi in relazione alla visione delle avanguardie novecentesche e, da qui, affronta lo studio approfondito del cubismo, del futurismo e della metafisica. Nel 1979 viene premiato dalla Comunità Europea dei Giornalisti. Ha insegnato arte fino al 1990 ed attualmente collabora ed ha collaborato con varie associazioni culturali. Ultimamente ha ripreso a pieno ritmo l’attività dell’opera incisoria, insegnatagli dal maestro Guido Strazza, stampando le sue incisioni presso la stamperia artistica “l’Acquaforte” di Luigi Ferranti di Roma. info : 333 5994451 - info.apai@virgilio.it - www.apai.forumfree.it =======================================================================================
Roberto Lucato e i suoi "cattivi" maestri Mostra antologica d'arte contemporanea Dal 16 aprile al 1 maggio 2011 Inaugurazione Sabato 16 aprile ore 18,30 Orari di visita: da martedì a domenica h.15,00-18,30, chiuso lunedì Ingresso libero Presso: Villa Benzi Zecchini Con il patrocinio della Fondazione Villa Benzi Zecchini e del Comune di Caerano San Marco "Roberto Lucato e i suoi 'cattivi' maestri" è il titolo dell'antologica che sarà visitabile dal 16 aprile presso Villa Benzi Zecchini e che vedrà portare alla luce un confronto tra l'artista veneto Roberto Lucato e i maggiori esponenti dell'arte contemporanea del Novecento italiano. La produzione pittorica di Lucato dialogherà con le opere appartenenti alla facoltosa collezione d'arte contemporanea che annovera grandi autori della seconda metà del XX secolo del calibro di Mario Schifano, Renato Mambor, Gastone Biggi, Concetto Pozzati, Salvatore Emblema e Giorgio Celiberti, i "cattivi" maestri di Roberto Lucato. Originario di Castelfranco Veneto, l'artista risente della ricca eredità culturale tramandata, quale testimonianza del significativo periodo artistico dell'avanguardia italiana del dopoguerra. Dall'erede della pop art italiana (Schifano) al precursore della psicologia della forma (Biggi), fino al surrealismo metallico (Pozzati), Lucato ripercorre i più immediati canali espressivi nella divulgazione di un accorato dissenso verso l'attuale situazione socio-politica, gettata sotto le putride acque della corruzione. Nella splendida cornice di Villa Benzi Zecchini l'antologica appare scandita in tre sezioni espositive: dalla personale di Lucato si passa alla collezione storica per concludere con un'intera sala dedicata ai politici italiani. Il percorso espositivo comincia, pertanto, con il ciclo pittorico "Gli Uomini Pensanti", mediante il quale Lucato manifesta il disagio sociale e le contraddizioni umane, denunciando non soltanto la massificazione del pensiero individuale ma anche la conseguente caduta dei valori della società odierna. L'obiettivo della ricerca artistica di Lucato mira al risveglio della coscienza collettiva, partendo da una ricognizione del proprio modus pensandi per tornare ad essere "uomini pensanti". Tale finalità artistica rammenta le parole di Mambor che asserì: "Io dico che l'arte serve a pulire lo sguardo. I sensi sono offuscati dalla abitudini e tutto ciò che si fa e si pensa diventa immagine, stereotipo, filtro davanti agli occhi. L'arte insinua un cuneo in questo meccanismo spersonalizzante e ha il potere di ribaltarlo, in definitiva è un piccolo sforzo per muovere il pensiero". Così come le opere di Celiberti testimoniano uno spirito di speranza, allo stesso tempo i quadri di Roberto Lucato ci obbligano a riflettere sulle prepotenze dei nostri giorni, perpetrate in primis sull'uomo, in seguito sul cittadino. Sono opere che tracciano l'aberrante situazione istituzionale dell'Italia ma lo fanno in una maniera del tutto inedita e significativa, attingendo al linguaggio caricaturale e all'immaginario mordace, che la Goffaggine politica diventa l'Istituzione per eccellenza. Il lessico ironico di Lucato riesce a stemperare la drammaticità e la gravità dei problemi attuali, creando un contesto grottesco denso di sfumature con singolari spunti di riflessione sul presente. A tal proposito, è interessante soffermarsi sul "Monumento al Valore" un'opera emblematica firmata Lucato, un cassonetto dei rifiuti che reca la scritta "umido politico" e che prevede l'interazione del pubblico per stimolare a "pensare". I visitatori potranno agire e prendere posizione scrivendo un pensiero, o anche solo una parola, su un biglietto da gettare, poi, nel cassonetto. Alla base dell'arte di Lucato c'è tanta rabbia verso la rassegnazione e la passività generali, verso la "non azione" e proprio per queste motivazioni la rassegna rappresenta un energico scossone a questo comportamento sociale. Messaggi importanti quelli comunicati attraverso la sua ricerca artistica, ma fondamentali per sensibilizzare alla ricostruzione di una società di valori pulita. L'antologica sarà presentata all'inaugurazione dallo storico e critico d'arte Dott.Giorgio Falossi, a cui seguirà il concerto musicale "Serenata" da una poesia di Ernesto Calzavara, con testi di Roberto Scalabrin, poesie di Ernesto Calzavara, Paolo Conte, Silvano Belloni, Katia Carlon, musiche di Simone Zanchini, Astor Piazzolla, Richard Galliano, Paolo Conte.eseguito da Simone Zanchini alla fisarmonica, Roberto Scalambrin al clarinetto e voce, Simone Gerardo alla batteria e percussioni ed Enrico Dalla Cort al contrabbasso. Concluderà la serata la performance audio-visiva di Michele Piovesan e Massimo Barbot. In programma il 23 aprile sarà possibile assistere ai balli italiani con variazioni in trio dell'Italia Barocca a cura dei Sonatori De La Gioiosa Marca con Giorgio Fava e Giovanni dalla Vecchia ai violini, Walter Vestidello al violoncello, Giancarlo Rado all'arciliuto e Gianpiero Rosato al cembalo. Domenica 1 maggio presso il Teatro Maffioli è prevista la serata "Vento di Pensieri" con Marco Gerboni al sassofono e Roberto Scalabrin al clarinetto ed accompagnamento musicale dell'Orchestra La Roggia sotto la direzione di Alberto Vianello. Un appuntamento da non perdere. Presso: Villa Benzi Zecchini Via Montello, 61 31031 - Caerano di San Marco (TV) Tel. 0423 650509 - cell. 340.6760495 Info: www.robertolucato.it - www.villabenzizecchini.it Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info =======================================================================================
Evento L’Arte incontra l’Università Organizzazione Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” Dipartimento Jonico in Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo, Società. Ambiente, Cultura Patrocinio Regione Puglia, Provincia di Taranto, Comune di Taranto Curatore Angelo Lippo Luogo Taranto, Palazzo D’Aquino, Pendio La Riccia Durata 14 – 21 marzo 2011, Inaugurazione 14 marzo 2011, ore 11,00 Chiusura 21 marzo. ore 11,00 Il Dipartimento Jonico in “Sistemi Giuridici ed Economici del Mediterraneo: società, ambiente, culture”, nato il 1°gennaio 2010, formato dall’aggregazione di docenti e ricercatori della II Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Bari, intende coinvolgere nelle sue attività tutti i potenziali portatori di interesse dell’area jonica – dalle istituzioni civili, militari ed ecclesiastiche alle associazioni professionali e culturali, delle imprese e al mondo dell’arte - al fine di creare sinergie in grado di sviluppare ricerca e territorio. L’esperienza del I° anno di attività ha offerto un riscontro positivo, testimoniato dal rilevante numero di progetti di ricerca promossi dal Dipartimento presso istituzioni nazionali ed internazionali, dall’attenzione manifestata dalle amministrazioni locali e dalle imprese - che hanno contribuito all’avvio delle attività di ricerca con finanziamenti e donazioni – e dalla considerazione del mondo accademico. Ciò evidenzia un forte entusiasmo nei confronti del Dipartimento Jonico, la cui istituzione rende Taranto una città universitaria a tutti gli effetti. Consapevoli di ciò gli artisti dell’area jonica hanno voluto offrire il loro contributo, organizzando una rassegna pittorica nella nuova sede del Dipartimento, nel prestigioso Palazzo D’Aquino dal 14 al 21 marzo 2011. I sette giorni della rassegna saranno l’occasione per aprire i locali del Dipartimento e far conoscere ai tarantini la sede e l’attività della nuova struttura di ricerca dell’Università degli Studi di Bari in una cornice, è il caso di dire, di alto valore artistico. Il critico d’arte Angelo Lippo ha provveduto alla segnalazione degli artisti, che hanno aderito con grande entusiasmo all’iniziativa, testimoniando il loro impegno per avvicinare cultura e società in una città dai fasti gloriosi, qual è Taranto. Esporranno i seguenti artisti: Anna Amendolito, Nicola Andreace, Augusto Bruschi, Giovanni Carpignano, Franco Clary, Vincenzo De Filippis, Maria Teresa Di Nardo, Enzo Falcone, Tommaso Farella, Rita Fasano, Daniele Galeone, Lucio Giummo, Grazia Lodeserto, Carmen Manco, Michele Miglionico, Antonio Rolla, Vincenzo Vacca, con un ventaglio di proposte visive dal respiro contemporaneo. Tali autori, come sottolinea in prefazione il critico d’arte Angelo Lippo, si riconoscono, oltre che per il comune legame con la terra ionica, “ per la pienezza del fare con il coraggio di misurarsi con la Storia, di confrontarsi con sé e l’altro, tra interiorità e spazio dell’avventura culturale”. Un catalogo (progetto grafico e d’impaginazione a cura dell’artista-designer Nicola Andreace) edito dall’Università di Bari “Aldo Moro”- Dipartimento Jonico, con accurate biografie degli artisti partecipanti e la riproduzione delle opere in esposizione, sarà distribuito al pubblico dei visitatori e inviato a tutti gli organi di stampa. La mostra, che gode del patrocinio della Regione Puglia, della Provincia e del Comune di Taranto, sarà inaugurata lunedì,14 marzo alle ore 11,00 alla presenza del Rettore dell’Università di Bari “A.Moro”, Prof. Corrado Petrocelli, del Preside II Facoltà di Giurisprudenza Polo Jonico – Università di Bari, Prof. Antonio Felice Uricchio, del Preside II Facoltà di Economia Polo Jonico – Università di Bari, Prof. Bruno Notarnicola, del Direttore Polo Jonico – Università di Bari, Prof. Raffaele Elia, del Direttore Polo Jonico – Università di Bari, Prof. Francesco Mastroberti, dell’Assessore all’Università Comune di Taranto, Avv. Paolo Ciocia, dell’Amministratore della Consulting&Rating Services s.c. Prof. Nicola Bruni, del Presidente Fondazione Scuola Forense di Taranto, Avv. Vincenzo Di Maggio. A chiusura dell’evento culturale, lunedì, 21, alle ore 11,00, lo scrittore e saggista letterario , Prof. Paolo De Stefano terrà una conversazione su “Giuseppe Mazzini nella poesia di Carducci e Pascoli”. Il Manifesto della Mostra “L’Arte incontra l’Università”, la cui immagine è riprodotta sulla copertina del catalogo e sulla cartolina –invito, così è stata spiegata dall’autore, prof. Nicola Andreace: ” Ho sintetizzato le finalità della Rassegna, attingendo dall’iconografia classica del capitello ionico, ma anche da elementi della grafica moderna (la lettera U di Università, linee geometriche dalle modulazioni dinamiche, i colori del nostro territorio mediterraneo) con Il risultato di un messaggio che unisce l’orgoglio per il passato, la poesia visiva dell’Arte, la preoccupazione presente per il destino dell’uomo, l’aspettativa di un cambiamento, per un positivo progresso sociale e culturale”.. =======================================================================================
Fabio Mordeglia - Mostra Personale di Pittura dal 3 al 16 aprile 2011 Orari di apertura: sabato ore 10,30-19,30; martedì-venerdì e domenica 16,30-19,30; Lunedì chiuso (verificare sempre via telefono) Ingresso libero Presso: Galleria "Immagini- Spazio Arte" di Cremona Un groviglio di sensazioni, fluttuanti e contraddittorie, si addensa sulla superficie dei dipinti firmati Fabio Mordeglia, artista savonese particolarmente presente sulla scena artistica nazionale. Dal 3 aprile il poliedrico autore, originario di Albisola, presenterà la sua cospicua produzione pittorica alla Galleria "Immagini Spazio Arte" di Cremona, in pieno centro storico. Per gli appassionati del linguaggio materico e simbolico, la ricerca artistica di Fabio Mordeglia rappresenta un punto di riferimento nel panorama contemporaneo della creatività, nel quale convergono differenti tecniche e diversi materiali impiegati in un contesto eterogeneo di elementi al confine tra pittura e scultura. Ma gli aspetti materici dell'opera d'arte di Mordeglia non si esauriscono qui. Anche il cromatismo contribuisce al significato intrinseco dell'opera d'arte. E' per questo che il contrasto tra il rosso e il nero favorisce una riflessione attenta non solo del vissuto, ma soprattutto dell'universo interiore di Fabio Mordeglia, come un'altalena costante tra la gioia e il dramma che l'esistenza a poco, a poco ci svela. Gli appassionati d'arte e simbologia non posso lasciarsi sfuggire questo appuntamento con la materia, l'anima e il colore. Presso: Galleria "Immagini - Spazio Arte" Via Beltrami n.9/b, 26100 CREMONA Info: Tel./Fax 0372.422409 - Info: www.fabio-mordeglia.it Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info - www.sabrinafalzone.info =======================================================================================
L’ARTE E IL TORCHIO / Art and the Printing Press VII Biennale internazionale di incisione - CREMONA 2011 Periodo: Dal 27 marzo al 30 aprile 2011 Inaugurazioni: domenica 27 marzo 2011 Sede: Museo Civico Ala Ponzone, via U. Dati 4 Cremona: - VII RASSEGNA INTERNAZIONALE DELL’INCISIONE DI PICCOLO FORMATO Biennale esclusivamente ad invito, comprendente 120 artisti provenienti da circa 50 paesi di ogni parte del mondo. Due sono le opere in mostra per ciascun autore, del formato massimo di cm.25 x 35, realizzate in anni recenti, con tecniche calcografiche o a rilievo, la maggior parte delle quali, donate dagli artisti, andranno ad arricchire la Collezione di Arte grafica contemporanea ordinata presso il Gabinetto dei Disegni e delle Stampe del Museo civico “Ala Ponzone”di Cremona. - INCISORI CANADESI L'edizione di quest'anno vede il Canada quale nazione ospite. La Mostra, che raccoglie il meglio dell'attuale produzione grafica e incisoria di venti fra i più importanti artisti canadesi, selezionati dai curatori Laurence Quetelart (per il Quebec) e Derek Michael Besant, artista e membro dell'Alberta College Art & Design di Calgary (autori anche dei testi in catalogo), presenta quaranta opere, alcune di grande formato, realizzate sia con tecniche dell'incisione “tradizionale” sia con nuovi metodi, che offrono un panorama delle ricerche e delle novità nell'arte grafica contemporanea. Sede: A.D.A.F.A., Casa Sperlari, via Palestro 32, Cremona: - UNA STAMPERIA D'ARTE “IL TORCHIO THIENE” Nell'ambito delle stamperie d'arte italiane, il “Torchio-Thiene” diretta da Armando Martini, stampatore ed editore, si è distinta, fin dai primi anni '70, per la ricerca e la sperimentazione, sopratutto in campo calcografico, divenendo in breve un punto di riferimento per giovani, ma anche più affermati artisti italiani e stranieri. La mostra presenta una selezione di opere realizzate presso la stamperia di Thiene, in parte con nuove tecniche messe a punto dallo stesso Martini. Testo in catalogo di Giovanna Grossato. Sede: Museo della Stampa, via Lanfranco 6, Soncino (CR): - EX LIBRIS - L'UOMO E IL SUO AMBIENTE In contemporanea, la sezione dedicata agli ex libris, curata dall’A.I.E. (Associazione Italiana Ex libris) e dal suo presidente Mauro Mainardi, con la collaborazione della Pro Loco di Soncino, raccoglie quest’anno una collezione di circa 150 piccoli ma preziosi fogli ispirati ai temi fondamentali dell'Ecologia e dell'uomo in relazione all'ambiente in cui vive e alla sua salvaguardia, realizzati da straordinari artisti italiani e stranieri, specialisti di questo particolare genere. Da segnalare che, per tutto il tempo dell’esposizione, sarà attivo, al Museo civico Ala Ponzone di Cremona, un laboratorio didattico, presso il quale, su richiesta delle scuole e dei visitatori, si terranno brevi lezioni teoriche sull’arte grafica e dimostrazioni pratiche di realizzazione e stampa al torchio calcografico di incisioni originali. La Rassegna internazionale di incisione “L’Arte e il Torchio”, è organizzata dall’A.D.A.F.A. (Amici dell’arte-Famiglia artistica) in collaborazione con il Comune di Cremona ed altri enti pubblici e privati e con i patrocini del Consiglio Regionale della Lombardia e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Curatore generale Vladimiro Elvieri, coadiuvato da un Comitato scientifico internazionale composto da esperti del settore. Comitato scientifico e Commissione inviti: Renzo Margonari (artista e critico d'arte) – Hector Saunier (artista, direttore Atelier Contrepoint, Parigi) - Mauro Mainardi (presidente AIE, Associaz. Ital. Ex libris) - Laurence Quetelart (curatrice, Quebec / Canada) – M.ichael Derek Besant (artista e curatore, Canada) - Giovanna Grossato (critico d'arte) – Sergio Tarquinio (artista) – Vladimiro Elvieri (artista e curatore generale). Catalogo generale a colori (ital.-ingl) a cura di V.Elvieri, Ediz.ADAFA. Testi critici di V.Elvieri, S.Tarquinio, D.M.Besant, L.Quetelart, G.Grossato, M.Mainardi Segreteria organizzativa: A.D.A.F.A., via Palestro 32 (casella postale 19) 26100 Cremona Tel/fax 0372 24679 e-mail: info@artetorchio.it www.artetorchio.it Pro Loco Soncino, e-mail:prolocosoncino@tin.it www.prolocosoncino.it Durante l'inaugurazione, domenica 27 marzo 2011, presso il Museo civico Ala Ponzone di Cremona, l'artista franco-canadese Pierre Martin (Egide), terrà una dimostrazione pratica riguardante l'incisione a bulino. INAUGURAZIONI Domenica 27 marzo 2011 ore 11 Museo della Stampa (Casa degli stampatori) via Lanfranco 6, Soncino (CR) ore 16.30 Museo civico Ala Ponzone, via U.Dati 4, Cremona ore 18.30 Casa Sperlari (ADAFA), via Palestro 32, Cremona =======================================================================================
da Innoccenza ALESSI VERNICE ART FAIR - FIERA FORLI' La pittrice Innoccenza Alessi sarà presente a VERNICE ART FAIR - FORLI' FIERA STAND N°24 ARTEXPO' PROMOTION il 25-26-27 Marzo 2011 INAUGURAZIONE Venerdì 25 Marzo 2011 - ore 18:30 Orario di apertura al pubblico: Venerdì dalle 16:30 alle 20:00 Sabato e Domenica dalle 10:00 alle 20:00
FEMMINILE PLURALE Espongono: Maria Addamiano - Massimiliano De Nicolo - Paolo De Nicolo Sabato 12 marzo 2011 alle ore 19,00 vernissage della mostra a cura di Luigi Dello Russo presso A D S U M Artecontemporanea via Marconi, 5 (Palazzo della Meridiana) – Terlizzi(BA) dal 12 al 26 marzo 2011 orario: dal lunedì al sabato dalle ore 10.00-12.30 18.00- 20.30 chiusura giovedì pomeriggio e festivi cell. 347 6502478 “ Anche adesso, in questa tarda epoca, gli uomini ancora prendono la morte nelle loro capaci mani e ridono affettuosamente delle donne, che preparano giacigli funebri e parlano di resuscitare le particelle di vita nascente abbandonate sulla terra, per magia o pura forza di volontà” 'Le ore' di Michael Cunningham E' stato questo il destino storico della donna, o meglio della femminilità: dalla troiana Cassandra all'ebrea Anna Frank, dalla romana Cornelia, madre dei fratelli Gracchi, alla napoletana Eleonora Fonseca Pimentel, vittima della repressione borbonica dopo la rivolta del 1798...testimoniare cioè la morte gestita dagli uomini, raccogliere i frammenti organici ed etici della vita, seminarli per farli fecondare più splendidi e vitali che mai. Alla morte voluta ed effettuata dagli uomini ,insomma, opporre la continuità e i valori della vita! Tutta questa ritualità , nonostante alcuni singoli casi di 'eroine', eretiche ed eversive, fino al '68 ..quando nel generale sommovimento ideologico-comportamentale si innalzò la bandiera delle diversità: globale dei popoli colonizzati, sociale delle classe subalterne, identitaria delle donne e degli omosessuali. L'arte che è analisi scrutatrice della realtà umana ed incitamento operativo al mutamento non rifuggì dal testimoniare e problematizzare l'evento di questa nuova cultura. Le donne-artiste, che fino ad allora erano state emarginate o del tutto respinte dal territorio della creatività, si affacciarono prepotenti sulla scena per raccontare ed esprimere in proprio la loro condizione recuperando i perduti secoli di silenzio coatto. Che dire di Carla Accardi, Niki de Saint-Phalle, Nan Goldin, Vanessa Beecroft...solo per fare qualche nome più eclatante di questa 'nouvelle vague'? Bisogna però chiarire che anche l'occhio maschile degli artisti è cambiato da quella fatidica data per cui , più che una contrapposizione belluina di 'maschi contro femmine' e/o viceversa (che domina ancora schematicamente e dogmaticamente nella produzione cinematografica di massa), emerge un altro sguardo , non più prevenuto o limitantesi alla sola sessualità della donna, reale o sublimata che sia, bensì ad una visione o rappresentazione più completa e complessa della figura femminile. E' per questo che la presente mostra è stata denominata 'Femminile plurale'..cioè a dire donne e uomini accomunati nella raffigurazione reale o immaginaria della donna d'oggi. Le sculture di Maria Addamiano rifiutano il corpo perfetto, levigato, scolpito che si riscontra nella pubblicità dei rotocalchi o nelle trasmissioni televisive. Quelli sono 'corpi-oggetto' (che sono poi l'argomento privilegiato dei mass-media di questi ultimi mesi), indotti a tale condizione per fitness, chirurgie plastiche e cure estetiche: tali immagini si offrono quali osservazioni fenomeniche, immagini fisiologiche e fisiche. E' questo un guardare esterno, mentre l'Addamiano, favorita dalla scelta personale della cartapesta e proprio perciò manipolata e vissuta, crea figure femminili oscillanti tra informali e materiche, ricucendo così la cesura tra apparenza e interiorità . Ne conseguono opere pregnanti di componenti fisiche e psichiche: corpo ed inconscio, macerazione della carne e sofferenza emotiva di donne vere ed autentiche. I lavori del giovane Massimiliano De Nicolo porrebbero un' annosa questione: dove finisce l'artigianato e dove inizia l'arte? Ma questo è sicuramente un falso problema: entrambe le parole hanno una comune radice, 'art'....ma, con le avanguardie artistiche del secolo scorso e nell' attuale momento dominato dal design, il 'gerere ' art, il 'fare' arte , non è più , o ancora, servirsi di tele, pennelli e colori, ma utilizzare qualsiasi materiale come di qualsiasi gesto per costruire 'oggettività' od esprimere 'soggettività'. Il De Nicolo infatti utilizza l'antica e nobile arte dell'intaglio e dell'intarsio di legni più o meno pregiati per costruire figure di giovanette adolescenti ed esprimere quella 'leggerezza dell'essere' che è propria di quell'età, quando si è, o si crede , di essere parte integrante della natura, di un momento di essa, quello primaverile, il più etereo e svolazzante come una farfalla birichina: è il greco Kairos, l'attimo propizio di bellezza e purezza che non crede, né teme il Kronos, il tempo devastante fino alla distruzione. Infine Paolo De Nicolo che nella sua maturità coglie delle donne il momento centrale del tempo che fugge: quello della piena floridezza come carne solida e tornita la cui resa naturalistica si accende di bagliori bruciati, evocando messaggi simbolici e perciò di lettura soggettiva. Sono figure di donne-mogli e di donne-madri viste da prospettive inusuali: dall'alto e da particolari angolazioni, che ricordano talvolta le costruzioni postcubiste di Tamara de Lempicka, come ad evidenziarne bellezze nascoste diversamente non godibili. Altre volte invece si lascia andare ad un naturalismo più realistico, come in alcuni accattivanti ritratti apparentemente più oggettivi, ma comunque ricchi di allusioni emotive interiori, sulle orme di Frida Kahlo, soggetto e oggetto della 'magia' femminile. Luigi Dello Russo ADSUM artecontemporanea Art director : MARIA BONADUCE e GIOVANNI MORGESE Critico e storico dell’arte: LUIGI DELLO RUSSO Grafico design: RAFFAELE PORFILIO Ufficio stampa: NICOLO’ MARINO CECI www.retearte.it - adsum.arte@libero.it Tel. 3476502478 =======================================================================================
Nome: Luigi Lombardo From: Email: luigilombardo.arte@virgilio.it Invia: Invia Remote Name: 151.77.204.229 Remote User: HTTP User Agent: Mozilla/4.0 (compatible; MSIE 8.0; Windows NT 5.1; Trident/4.0; .NET CLR 1.1.4322; .NET CLR 2.0.50727) Date: 12/03/2011 Time: 23.16.09 Testo La "Galleria agli Stemmi" in collaborazione con l'Associazione Culturale "LIBERARTE" con sede in provincia di Pordenone, ha progettato un Evento Patrocinato dalla Presidenza della Repubblica Italiana dal titolo: 110 E LODE (dal Realismo al Concettuale). Tale PROGETTO a itinere, unico e mai finora realizzato in Italia, partirà dal Friuli Venezia Giulia e toccherà i capoluoghi delle 20 regioni italiane. Parteciperanno all'Evento 110 artisti uno per ogni provincia d'Italia. Per la provincia di Salerno è stato selezionato l'artista nocerino Luigi Lombardo, ideatore e teorico del "Neosurrealismo". La Rassegna, costituita da ben 110 opere, avrà la durata di 24 mesi a partire dal gennaio 2012. =======================================================================================
Un'antologica di Antonio Ligabue a Parma In mostra "il genio di al matt" di Claudio Alessandri Quando Antonio Ligabue fece il suo ingresso nel paese padano di Gualtieri, non destò nei paesani soverchia curiosità, era accompagnato da due carabinieri, ma fu fatto notare che non aveva le manette, segno che non era in stato di arresto. L’impiegato comunale al quale si presentarono i carabinieri per il disbrigo delle pratiche che avrebbero concesso a Antonio di essere accolto a Gualtieri, era abbrutito dal caldo insopportabile che gravava come una cappa infuocata in quella zona attraversata dal Po’, pensò immediatamente che al malessere provocato dal caldo, si aggiungeva questa che, giudicò subito, una nuova seccatura, alla quale non poteva sottrarsi. Non fu facile ricostruire le vicende che avevano condotto quel giovanotto strano, a Gualtieri, Strappare qualche parola a Antonio fu un’impresa, e le poche frasi che uscirono farfugliate dalla sue labbra stranamente carnose e sporgenti, vennero pronunciate in tedesco, lingua non molto gradita dall’impiegato comunale che, a seguito dei contatti non troppo amichevoli con i soldati tedeschi che si era trovato a combattere, ricordava le carneficine delle trincee e gli ordini perentori che sembravano abbai di cani rabbiosi che giungevano fino al suo “buco” maleodorante e fangoso, si incupì in volto. Pensò, ci mancava anche questo, che ci faceva un tedesco a Gualtieri? Perché i carabinieri lo avevano condotto in quel paese perché vi rimanesse? I due carabinieri serafici gli chiarirono subito il dubbio, non è tedesco è svizzero, sua madre, una italiana, era morta e di suo genitore si era perduta traccia, era stato adottato da una famiglia svizzera, ma Antonio non era un tipo facile e dopo vari episodi spiacevoli, era esploso rabbioso lanciando oggetti di tutti i generi verso la madre adottiva che lo aveva denunciato. Antonio era stato riconosciuto all’anagrafe da un patrigno, un certo Laccabue , che era di Gualtieri e che, al momento, si trovava in galera per avere procurato alla moglie e ai figli della carne avariata che li aveva uccisi tutti…..tranne Antonio. Antonio, da quel giorno, venne accolto a Gualtieri dai paesani come uno di loro, ma con l’ingenua crudeltà dei contadini, lo indicarono sempre come “al matt oppure il tedesco” che per gli abitanti di Gualtieri avevano identico significato. La vita di Antonio che intanto aveva ricusato il cognome di Laccabue, assumendo quello di Ligabue, trascorse dal suo arrivo a disegnare, inizialmente con le incertezze dell’autodidatta, per poi progredire assumendo la caratteristica forma espressiva e coloristica che lo contraddistingueva. Ligabue amava follemente gli animali, li dipingeva con naturalezza, senza furberie o soluzioni “studiate”. Dipinse la famosa tigre del circo che era giunto a Gualtieri commissionò a lui una insegna, in quella belva che si lancia verso la preda a fauci spalancate, si può leggere la grande bravura di Ligabue, ma è una bellezza che contiene tutto il dolore e la rabbia che Antonio covava dentro di se per il destino infame che gli aveva riservato la vita. Altro dipinto stupendo è quello che raffigura la carrozza postale trainata dai cavalli lanciati in una corsa folle, quasi dipendesse da loro il recapito di una missiva a garantire una vita, quella di Antonio? Quello che è certo, quella diligenza era un ricordo di Ligabue per la natia Svizzera. Famosi i suoi rapaci dalle ali spalancate, il becco adunco, tanto simile al suo naso, martoriato dai sassi che egli stesso si infliggeva, forse a renderlo sempre più simile a quello della poiana o del falco. Amava talmente gli animali che nel dipingerli interloquiva con i loro versi, il ruggito rabbioso della tigre, il grido lacerante dei rapaci, l’abbaiare dei cani, o la loro postura scultorea nell’atto della “punta”. Dipinse animali di ogni genere immersi in una natura coloratissima e selvaggia. A notare il suo indubbio “genio” fu un pittore del luogo, Mazzacurati, che ospitò per vario tempo Ligabue nel suo studio regalandogli colori e tele e, in fine, imponendolo all’attenzione delle “grandi” Gallerie d’Arte, acquisì fama e denaro, abbastanza per acquistare una automobile guidata da un autista che doveva togliersi il berretto ogni qualvolta gli apriva o chiudeva lo sportello, in precedenza si era fatto dare una rossa Gilera in cambio di parecchi dipinti. La sua vita fu un alternarsi di brevi gioie e tanto dolore, dovette essere ricoverato in manicomio varie volte, ma il suo genio pittorico non venne mai meno fino a quando sfinito dalle malattie, si spense a Gualtieri il 27.05.1965. Implorando sempre uno po’ d’affetto quando ripeteva ossessivo all’ostessa: “ un bacio, dammi un bacio”. Dopo la sua morte la zona da Gualtieri a Suzzara e altri paesi padani si affollò di pittori presunti “Naif” in cerca di fortuna come era successo al “matt”, appunto il matto, il genio di un matto, irripetibile, irraggiungibile perché scaturito da una mente che non visse la realtà, ma un lungo, tormentoso sogno. La mostra è stata inaugurata venerdì 11 marzo 2011 e resterà aperta fino al 26.giugno 2011, presso la Fondazione Magnani Rocca, Via Fondazione Magnani Rocca 4,Parma – Mariano di Traversatolo. Orario: dal martedì al venerdì orario continuato 10-19; sabato, domenica e festivi orario continuato 10-19. Lunedì chiuso. Ingresso € 9,00 per le scuole € 5,00. Claudio Alessandri
25 marzo, Teatro Sociale Busto Arsizio La Bcc porta 1300 alunni delle scuole del territorio alla scoperta della lirica con le musiche di Mozart La Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, con il Comune di Busto Arsizio, la Provincia di Varese e l’Ufficio Scolastico territoriale di Varese, promuove una giornata per avvicinare i più giovani alla musica del genio salisburghese. E la sera, alle 21.00, sempre al Teatro Sociale, porte aperte a tutti. Sul palco i musicisti dell’orchestra Microkosmos diretti dal Maestro Fabio Gallazzi Saranno circa 1300 gli alunni delle scuole primarie del territorio ad assistere venerdì 25 marzo, al teatro Sociale di Busto Arsizio a “Alla scoperta della lirica – Mozart”, il progetto del Circolo Accademico Culturale che vuole avvicinare i più piccoli al mondo del teatro musicale. Tanti i soggetti del territorio che si sono attivati, dalla Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, nelle vesti di sponsor, al Circolo Culturale Ricreativo della stessa banca, che ha promosso l’iniziativa nelle scuole, dal Comune di Busto Arsizio, che ha concesso il proprio patrocinio, alla Provincia di Varese e all’Ufficio scolastico territoriale di Varese. Alla scoperta della lirica rientra inoltre nei progetti di L’Ilopera, associazione che promuove la valorizzazione del teatro, della musica, del canto e della danza. Sul palco ci saranno i musicisti dell’orchestra Microkosmos diretti dal Maestro Fabio Gallazzi. Voce narrante sarà Danilo Lamperti; le voci soliste saranno quelle delle soprano Patrizia Bergolisse e Federica Vitali, del baritono Davide Rocca e del basso Stefano Almasio. Tre i momenti musicali di venerdì: il mattino e il pomeriggio il Teatro Sociale sarà riempito dagli alunni delle scuole primarie, delle classi dalla seconda alla quinta, di Busto Arsizio, Busto Garolfo e la frazione Olcella, Varese e Buguggiate; la sera, alle 21.00, invece, ingresso libero per tutti. «La Bcc ha voluto sostenere ancora Invito alla lirica perché crede nell’importanza di far avvicinare i giovanissimi alla grande musica –spiega il presidente Roberto Scazzosi–. Pensiamo che un primo contatto, da bambini, con la musica d’arte, nella cornice del teatro, con un direttore, i musicisti e i cantanti, ma anche con una voce narrante che li aiuti nella comprensione di quanto accade sul palco e faccia scoprire il lato divertente di questa espressione artistica possa essere la via migliore per cominciare. Noi siamo impegnati da anni a sostenere progetti musicali sul territorio, nella convinzione che la musica arricchisca ogni persona che vi si accosta, specie i bambini, in un’età, come è quella scolare, in cui le capacità di apprendimento e la curiosità sono ai livelli massimi». La formula dello spettacolo lezione vedrà la presentazione, da parte della voce narrante, degli strumenti dell’orchestra, del direttore e delle voci soliste; poi si passerà al protagonista della giornata, Mozart, che sarà raccontato attraverso alcune delle pagine più belle della sua produzione. Il programma vedrà l’esecuzione di brani di opere ed estratti di composizioni strumentali: - Le Nozze di Figaro, ossia la folle giornata – K 492 - Ouverture - Il Flauto magico - K 620 – Duetto: Papageno, Papagena - Divertimento per Archi – K 136 – 1° Tempo - Exultate Jubilate - K 165 – Alleluja - Don Giovanni, ossia Il dissoluto punito K527 – Aria: Madamina, il catalogo è questo - Le Nozze di Figaro– K 492 – Aria: Non più andrai, farfallone amoroso - Don Giovanni - K527 – Duettino: Là ci darem la mano - Il Flauto magico - K 620 – Aria: Der Hölle Rache kocht in meinem Herzen - Concerto per clarinetto e orchestra - K 622 – 1° tempo - Finale Fabio Gallazzi Nato a Busto Arsizio, si è diplomato in pianoforte con il massimo dei voti. Ha studiato composizione e perfezionamento pianistico con i maestri Luigi Zanardi e Bruno Canino; direzione d’orchestra con i maestri Herbert Handt e Maurizio Dones. Affianca l’attività concertistica a quella didattica. È presidente del Circolo Accademico Culturale; organizza seminari e incontri di alto perfezionamento con maestri del calibro di Emanuele Segre; concerti e rassegne musicali, concentrando la sua attenzione sulla musica d’insieme, la propedeutica per i bambini, la formazione, il rinnovamento dell’offerta culturale mediante la realizzazioni di spettacoli dal vivo, valorizzando la creatività giovanile in campo artistico. Insegnante di pianoforte, teoria e solfeggio, esercitazioni orchestrali e corali, ha esperienza decennale di insegnamento nelle scuole secondarie di primo grado e di consulenza in formazione musicale classica, lirica, sinfonica e moderna nelle scuole secondarie di secondo grado. Orchestra Microkosmos È l’espressione delle migliori forze musicali del territorio cresciute in questi anni nell’area formativa del Circolo Accademico Culturale, con l’intento di divulgare, con la propria attività lirica e sinfonica, in diverse sedi e contesti, la cultura e la pratica musicale, mantenendo sempre, tra le sue finalità, la formazione tecnica e artistica degli strumentisti, con l’obiettivo principale dell’avvicinamento dei giovani e della popolazione alla musica sinfonica. Nata nel 2000 dal desiderio di musicisti con alle spalle una solida esperienza cameristica di dedicarsi al repertorio destinato a un organico più ampio, l’orchestra è rappresentata, in qualità di direttore artistico, dal Maestro Fabio Gallazzi. Dopo un intenso periodo di ricerca stilistica e grazie alla sinergia di intenti fra fondatori, responsabili ed orchestrali, Microkosmos ha raggiunto un alto livello qualitativo e artistico, confermato da ampi consensi di pubblico e critica, che le consente di collaborare con artisti di chiara fama internazionale che hanno sempre espresso il desiderio di essere invitati nella stagione a venire. Le qualità artistiche del lavoro svolto sono individuabili nella rassegna stampa che conta centinaia di articoli e servizi professionali. Ufficio Stampa Bcc Busto Garolfo e Buguggiate: Eo Ipso Info: Marco Calini - Cell. 339.1544973 - Mail. mcalini@eoipso.it =======================================================================================
Mercoledi 23 marzo alle ore 17.00 verrà inaugurata, presso Villa Vannucchi, Corso Roma, 43/47 a San Giorgio a Cremano (Napoli) una personale di Roberto Viviani. Il pittore esporrà opere rappresentative del periodo 1989 - 2010 che hanno per soggetto la figura femminile e frammenti scultorei, inseriti in perfetta armonia nel mondo vegetale. L'esposizione sarà visitabile fino al 2 aprile. Orari di apertura 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.00 Festivi 10.00 – 13.00 Per maggiori informazioni sull'attività dell'artista è possibile consultare il sito ufficiale www.vivianiroberto.com Rodolfo Viviani 3384925320 =======================================================================================
un'opera unica collettiva - un'unica location - ogni giovedì da marzo a luglio - decine di artisti e performance - live art e body art - processioni pagane - corpi in movimento - webcam pirata che trasmettono live - tanti buchi nel muro per spiare - al numero 9 di Via della Vetrina - Roma Dal desiderio di Riccardo Natili di creare un dialogo innovativo e provocatorio tra interno ed esterno, spazio pubblico e privato, tra l’essere guardati e il guardare, nasce SEE_SAW, opera collettiva seriale e situazionista che prenderà vita giovedì 31 marzo 2011 all’interno della galleria “AL9E artestudio”, nel centro storico di Roma. L’opera, elaborata in collaborazione con la performer Francesca Fini, vedrà la Live Art diventare un appuntamento fisso della settimana romana. il concept L'opera sarà costituita da una serie di performance che si svolgeranno ogni giovedì, da fine marzo a tutto luglio 2011, all'interno della galleria “AL9E artestudio”. Lo spazio della galleria sarà opportunamente diviso in due ambienti, grazie ad una parete attrezzata con intimi punti di osservazione simili a grate di un confessionale. Il pubblico, completamente al buio, potrà osservare l’azione che si svolge all’interno come dal buco di una serratura. Nello stesso tempo, in strada, su una pedana rialzata, passanti e curiosi potranno spiare accostandosi a speciali feritoie incassate nella finestra. Pubblico e artisti si trasformeranno quindi in un’unica installazione vivente, in una sorta di rappresentazione guidata del voyeurismo che caratterizza la cultura dei nostri tempi. Performing media Nello stesso tempo una serie di webcam, posizionate strategicamente all'esterno e all'interno della galleria, documenteranno tutto quello che avviene dentro e fuori, trasmettendolo in streaming su Internet. La diretta video sarà raggiungibile sulle pagine del blog dell’evento e diffusa attraverso i maggiori social network. il programma l programma sarà caratterizzato, ogni giovedì, da azioni performative all’interno dello spazio di “AL9E artestudio”. Le azioni saranno periodicamente aperte da processioni pagane che si svolgeranno in strada e guideranno il pubblico in galleria. Periodo: da giovedì 31 marzo a giovedì 28 luglio 2011. Location: Galleria “AL9E artestudio”, in Via della Vetrina 9, al centro di Roma. Concept: Riccardo Natili. Art Direction: Francesca Fini Artisti: Vito Bongiorno, Marco Casolino, DolcissimaBastarda, Sylvia Di Ianni, Francesca Fini, Nora Lux, Ina Nikolic, Mauro Petrarca, Lilith Primavera, Solidea Ruggiero, Matteo Seduta, Gruppo Sinestetico, Mauro Tiberi. Link al sito web: http://seesaw9.blogspot.com/ Link al canale di streaming (attivo ogni giovedì dalle 18.00, a partire dal 31 marzo) http://www.ustream.tv/channel/see-saw1 GIOVEDI' 7 APRILE "Homage to J. Beyus", video del Gruppo Sinestetico. Come pensiero filosofico, operare in arte in situazione di sinestesia in contatto con la natura coinvolgendo i 5 sensi, come nella filosofia beuysiana, che si basa sulla protezione dell'ambiente e dell'uomo che in esso vive, la solidale e libera collaborazione e comunicazione tra uomini di differenti culture, origini, religioni, stati sociali, economici e politici... "Seasons", performance di Francesca Fini. Con F. Fini e F. Trimarchi. Il selvaggio miracolo cromatico delle stagioni naturali, riprodotte nel non-spazio di un laboratoiro bianco, si riversa in una tuta idraulica che fascia un corpo nudo. Colori che si mescolano e si sovrappongono, fino a trasformare la pelle bianca in una corteccia dura e bruna, mentre il tempo scorre via facendoci sentire quanto somigliamo agli alberi. =======================================================================================
VEDERE ATTRAVERSO LA NEBBIA – LE FORME E IL FUOCO La Galleria Elle Arte, ospita una mostra delle opere di tre artisti, distinti nelle composizioni pittoriche, diversi nell’eleganza della ceramica d’artista. Peter Bartlett, Edi Magi e Sarah Miatt, uniti nell’ideale artistico, ispirati dalla “dolce” Terra di Toscana. Non è la prima volta che ho la ventura di incontrare i due artisti britannici trapiantati in uno dei paesaggi più stimolanti d’Italia, appunto la Toscana, una regione che attrae per le sue bellezze naturali e per un patrimonio artistico che permea l’aria sia delle città storiche che dei deliziosi villaggi immersi in una quiete d’altri tempi. Sia Bartlet che Magi, ciascuno con il proprio sentire artistico, ci mostrano gli oggetti dipinti soffusi di un’aura di incertezza, forse ci vengono incontro rivelandosi a poco a poco, oppure stanno per scomparire, inghiottiti da un mondo immaginario, nel quale realtà e sogno coincidono in precario equilibrio, una precarietà che si insinua nella mente e nell’anima di chi osserva, costretto a una osservazione attenta, ogni particolare può celare un messaggio oppure l’inganno di una forma che si dissolve non come fenomeno visivo, ma intimamente intuitivo. Ci si offre una preziosa occasione speculativa che prescinde dalle fattezze, dalle forme definite e ci accompagna in viaggi dal fascino di un sogno che, misteriosamente si materializza. Abbiamo la spiacevole sensazione di descrivere le opere di Bartlet e di Magi, attingendo a sensazioni del tutto personali, negando all’osservatore una facile comprensione delle opere esposte, tra l’altro ordinate con la solita sapienza e gusto estetico di Laura Romano, curatrice della mostra e capace di avvalersi, normalmente, di artisti dalla naturale delicatezza espressiva, sempre qualche “gradino più in alto” di artisti altrettanto famosi, ma che si pongono all’attenzione con “rumore” assordante; vivaci colori, forme definite, ma dai contenuti banali, privi di ogni pulsione capace di condurre nel mondo pacato dell’arte offerta come dono alla quiete e all’armonia di vite già a sufficienza gravate dal parossismo, sia visivo che uditivo. Un discorso a parte lo dobbiamo a Sarah Miat, artista anch’essa, ma della materia bruta che, grazie alla sapienza artistica, non solo manuale, trae oggetti – scultura, le forme dei manufatti ricordano oggetti d’uso comune, ma l’artista, moderna “figulina”, li caratterizza con il colore e con dei “graffiti” che assumono, volta per volta, la dolcezza armonica di un mare sereno, oppure forme dall’andamento spigoloso, un alternarsi di direzioni che denunciano il variare del pensiero, il mutare di umore a tant’altro ancora. Il fatto che l’artista Miatt, lavori con infinita maestria la creta, non è per noi una sorpresa, vive e opera in una Terra che, fin dai tempi più remoti, ha dato vita, da una materia inerte, a capolavori irripetibili, oggi, normalmente a imitazione delle forme e delle figure di un tempo, l’artista Miatt, ha abbandonato la imperante tradizione per un motivo molto semplice, il mezzo per gli uni e gli altri è la creta e il fuoco, ma i primi rimangono straordinari artigiani, la Miatt trae dalla tradizione l’esperienza, ma dal suo sentire artistico colori, forme e messaggi. La mostra si inaugura venerdì 25 marzo 2011 alle ore 18 e si protrarrà fino al 12 aprile presso la Galleria Elle Art di via Ricasoli 45. Orari: 16,30 – 19,30 (chiuso domenica). Claudio Alessandri
La Via, in Risposta alla Lettera di Giovanni Paolo II agli Artisti - Mostra d'arte e progetto. Il 1° maggio 2011 è prevista la beatificazione di Giovanni Paolo II, meglio conosciuto come Papa Wojtyla. E’ già il terzo anno che gli artisti della Webcommunity di Arte e Poesia Anforah si cimentano con un progetto multimediale, ispirato al Pontefice polacco, dal titolo La Via, in Risposta alla Lettera di Giovanni Paolo II agli Artisti, creato per il recupero del valore dell’Arte e la promozione dei giovani talenti artistici. Il programma consiste nella pubblicazione di: un libro (già seconda edizione) con interventi letterari e una raccolta di opere di arti visive e commentari; una mostra di pittura sul Web con testi esplicativi; un videoclip dal titolo La Via...; un progetto multilivello per Scuole e attività formative... (il tutto scaricabile, in internet, al sito http://www.anforah.artenetwork.net/lavia/lavia.htm). L’idea lanciata sul Web al Festival Internazionale Trieste Poesia e inaugurata, fisicamente, al centro culturale S. Luigi, nella pugliese Trani (BAT), sarà riproposta, con una mostra d’arte, in concomitanza della giornata di beatificazione del Santo Wojtyla, presso l’Atelier Anforah (fino al 15.05, con orario 19.30 - 21.30), nel Centro Storico dell’antica Giovinazzo - BA (via Cattedrale 14). Riportiamo, in proposito, alcune brevi note di Mons. Slawomir Oder (postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione di Giovanni Paolo II), inviate a Fedele Boffoli (ideatore e curatore dell'iniziativa): """[...] Il vostro intento di sensibilizzare le nuove generazioni sul fatto che l'Arte non sia sinonimo di trasgressione e di lacerazione ma sia testimonianza dell'amore di Dio verso l'uomo, così come Giovanni Paolo II ci ha trasmesso, è encomiabile. Quest'opera risponde con sensibilità e profondità alla lettera di Giovanni Paolo II agli artisti. In questo credo che la vostra idea iniziale di suscitare una riflessione sul significato più intimo dell'Arte abbia realmente raggiunto il suo scopo.[...]""". Notevoli, fino a questo momento, sono stati gli attestati di riconoscimento, rivolti all’iniziativa, da parte di competenti autorità ed enti in materia: Card. Gianfranco Ravasi (Ministro della Cultura Vaticano), Card. Stanislaw Dziwisz (già segretario particolare di Giovanni Paolo II e Arcivescovo di Cracovia), Mons. Giampaolo Crepaldi (Vescovo di Trieste), prof. Vittorio Messori (giornalista e scrittore), Curia Arcivescovile di Bari, le pagine dell’Avvenire… Riportiamo, in proposito, alcuni tra i nominativi dei partecipanti al progetto La Via…: Graziella Atzori, Francesco Boffoli, Paride Alessandro Cabas, Magda Carella, Cristina di Lagopesole, Eraldo Di Vita, Adriano Doronzo, Walter Curini, Alfredo Davoli, Rosalba Facecchia, Giuseppina Labellarte, Mary Lamacchia, Renzo Maggiore, Giovanni Mansueto, Salvatore Marchesani, Rita Marziani, Vincenzo Mercante, Francesco Mignacca, Giuseppe Palmieri, Pierluigi Paolicchi, Massimo Rovereti, Fabio Russo, Fabio Savoldi, Mariagrazia Semeraro, Roberta Simini, Claudio Turina... Trieste, 26 marzo 2011 Fedele Boffoli (in Facebook) - info@fedeleboffoli.it www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm - www.Anforah.Artenetwork.net Bari - Trieste - tel. 338-2246495 ======================================================================================
"Comunic'Arte" Mostra Personale di Achille De Tommaso Dal 2 al 30 aprile 2011 INAUGURAZIONE: SABATO 2 APRILE 2011 ALLE ORE 18,30 Presso: Salotto dell'Arte di Torino Achille De Tommaso, da sabato 2 aprile fino a sabato 30 aprile 2011 presenterà presso il "Salotto dell'Arte" di via Argonne 1/c a Torino la sua Personale dal titolo "Comunic'Arte". L'artista presenterà attraverso 12 opere in tecnica mista: olio, acrilico, smalto, su molteplici supporti: legno, faesite, tela e carta, la sua costante e sapiente ricerca di esprimere a livello "BASE" il concetto della comunicazione della società contemporanea. Egli mescola, come un moderno alchimista, toni e masse diverse su supporti anche non convenzionali, per arrivare ad un prodotto artistico completo di ogni significato. Incastona poi le sue opere con preziose e ricercate cornici con le quali sottolinea e evidenzia in modo puntuale ogni tipo di messaggio espresso dalla tela vera e propria. Colori primari, materia e figure, svuotate da inutili orpelli campeggiano in aree metafisiche; senza interposizione il fruitore è colpito dalla profonda conoscenza dell'animo umano dell'Artista, il messaggio arriva immediatamente al cuore e al cervello passando dall'esterno (cornice) all'interno: particolareggiata composizione di colori e forme. Il messaggio chiaro interpella direttamente lo spettatore attraverso un'ironia disinvolta, caratteristica intelligente che ricorda le parole di Paul Klee:"L'arte non riproduce ciò che è visibile; ma rende visibile ciò che non sempre lo è". La serata inaugurale verrà ripresa dalla troupe di SKY TV 869 e andranno in onda nella settimana successiva, su Sky Tv 869 nei seguenti orari: Lun ore 11,00 - Mart ore 19,00 - Merc ore 10,00 - Giov ore 23,30 - Ven ore 07,00 - Sab ore 17,30 - Dom ore 19,00 La Mostra sarà visitabile da sabato 2 aprile 2011 alle 18,30 fino a sabato 30 aprile 2011 con i seguenti orari: dal martedì al sabato dalle 16,30 alle 19,30 domenica e lunedì : chiuso apertura fuori orario su appuntamento "Salotto dell'Arte" via Argonne 1/C, Torino Info: Tel. 011 0743717 Cell.339 6807922 - 345 3806837 www.achilledetommaso.it Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info ======================================================================================
UNA COLLETTIVA DOVE LA STORIA DIVIENE LEGGENDA Nell’interessarmi alla miriade di leggende che narrano dei tempi remoti della Sicilia, quando ancora non esisteva la scrittura e poi, tradotte graficamente da narratori famosi o meno noti, ho sempre sondato i significati reconditi nascosti all’interno della mitologia o dalle leggende, perché sono sempre stato convinto che quel narrare fantasioso, colto o popolare, altro non fosse che una trasposizione parallela alla storia ufficiale. Il grande giornalista e storico Indro Montanelli era uso dire: “Un popolo che non conosce il suo presente, non può avere un futuro”. Riguardo alla Sicilia io dico:” Un popolo che non conosce il suo passato e il presente, non può avere un futuro”, questa è una verità semplice eppure i siciliani, tranne fiammate subito estinte, è stato dominato nei secoli da innumerevoli conquistatori, al popolo sono rimaste le leggende, ma ne sconosce la storia, se così non fosse, avrebbe avuto un suo regno, un governo, una sua storia libera dai legacci di tanti popoli stranieri. La storia “alta”, quella dei grandi storici si discosta notevolmente dalla cronaca, questa segue passo, passo l’evento, la storia risente inevitabilmente delle epoche, delle condizioni politiche e, spesso, dei preconcetti degli stessi storici. Quindi una narrazione “colta” di fatti e misfatti, visti e rivisti nel tempo, per la verità bisogna affidarsi all’onestà intellettuale dello storico. Una virtù molto rara da trovare. Ebbene, il popolo detto minuto, ha compreso la differenza fra storia “ufficiale” e tradizione popolare che ha vissuto, sofferto o goduto ogni sfaccettatura di fatti e misfatti, sfrondati da idee filosofiche e speculative che alterano inevitabilmente la realtà. L’insieme di racconti che hanno dato vita a questa collettiva di dipinti e non solo, sono trasposizioni pittoriche tratte dalla mitologia, dalla storia più recente, scaturiti dalla feconda fantasia popolare. Cimentarsi su un argomento sfuggente, dalle mille sfaccettature, non è certamente agevole, eppure gli artisti che hanno accettato questa sfida, sono numerosi e, ciascuno nel proprio sentire artistico, ha fissato in una immagine la sfuggente verità, logicamente come intesa dagli artisti. Citarli è d’obbligo, sono essi gli attori che si espongono coscientemente all’approvazione o alla critica: Peppe Caiozzo ,Tiziana Viola Massa, Liliana Errera, Ivana Mancino, Naire Feo, Dora Flavianna, Angela Sarzana, Nuccia Gandolfo, Mimmo Serio , Salvatore Gentile, Manlio Geracir, Salvatore Giambanco e Giuseppe Randazzo, Vincenzo Ognibene, Salvatore Previti, Maria Laura Riccobono , Maurizio Scaldara, Nancy Sofia , Arturo Stabile , Maria Felice Vadalà’, Caterina Vicari. Da una prima analisi, ci appaiono ingenui nel contenuto letterario, non necessariamente in quello artistico, riconoscendone la saggezza, ma null’altro, tradizioni inevitabilmente popolari dal contenuto religioso, diviso equamente tra fede e scaramanzia, saghe cavalleresche che narrano di imprese fantastiche e sublimi nel tentativo nobile d’affrancarsi dall’oppressione di popoli invasori, più propensi al saccheggio e alla crudeltà, che al bene dei conquistati. E’ evidente una disarmante purezza d’animo, una stirpe nel contempo ”vecchia e fanciulla”. Il mio pensiero è racchiuso all’interno di un lunghissimo arco di tempo durante il quale ho dedicato gran parte della mia vita, a tentare di comprendere l’anima di un popolo sospeso tra realtà e sogno, ma principalmente il significato recondito della straordinaria civiltà della Terra di Sicilia, l’unica, vera nazione peninsulare anche dopo l’apparente unificazione italiana. Una Terra che ha generato fatti reali e storici, e da questi scaturiti, come naturale compendio di una natura che al sogno affida ogni speranza di riscatto da una sorte maligna, quasi un maleficio partorito dalla mente perversa di una delle tante divinità che presiedono al destino degli uomini. Un dio invidioso delle infinite bellezze di un’isola nata dall’ispirazione di un poeta e condannata all’attesa, senza tempo, dell’intervento di un altro dio a riscattare, per l’eternità, pianto, stenti ed ingiustizie nella visione di una Terra e una natura che, forse, ha visto all’origine la creazione dell’uomo e la sua cacciata da un Paradiso che, prima o poi, tornerà a donare pace e felicità all’umanità intera, quando tutto sarà compiuto e si tornerà a vivere nell’armonia e nell’incanto di ritrovati Campi Elisi. La mostra dal titolo: SICILIA E ALTRE LEGGENDE organizzata dall’ass.ne culturale Ricercarte verrà inaugurata sabato 2 aprile presso il Centro Congressi Marconi ad Alcamo ed è visitabile fino al 8 Aprile 2011, orari.10.30- 13.00 - 17.00 -19.30 Claudio Alessandri
Achille De Tommaso "Comunicazione tra materia e colore" Mostra Personale di Pittura Dal 15 aprile al 2 maggio 2011 Inaugurazione Venerdì 15 aprile Presso: Galleria d'Arte Canci città: LERICI (SP) Dal 15 aprile alla Galleria d'Arte Canci torna l'arte innovativa di Achille De Tommaso con una mostra personale di alto livello nella suggestiva città di Lerici, la cosiddetta "Perla del Golfo", che è stata un'ambita meta turistica, in passato particolarmente amata dai romantici inglesi ed oggi dalle celebrità della cultura contemporanea. Il percorso espositivo sarà interamente dedicato alla ricerca pittorica di Achille De Tommaso, le cui linee artistiche congiungono amabilmente la creatività al pensiero scientifico, sottolineando non tanto il distacco teorico tra questi due approcci fondamentali dell'esistenza umana, quanto piuttosto i motivi profondi di tangenza e le probabili "affinità elettive". L'estro, generato da un istinto primordiale e legato al talento innato dell'artista, si sposa così al metodo razionale, o più propriamente intellettuale, arricchendo la carismatica personalità di Achille De Tommaso con una rinnovata influenza introspettiva ben rintracciabile nell'equilibrio tra sintesi e analisi. Tra le varie città l'autore ha esposto con successo a Torino, Verona, Milano, Cremona, Roma e Lisbona, solo per citarne alcune. Prossimamente esporrà le proprie opere ad alcuni prestigiosi saloni d'arte internazionale in Francia, affacciandosi così nella scena artistica europea con consensi di pubblico e critica. Secondo l'artista milanese "chi ama la scienza e i numeri non può non amare l'arte e l'armonia della natura e dell'universo". Presso: Galleria d'Arte Canci Via Carlo Pisacane 1, LERICI (La Spezia) Info: www.achilledetommaso.it Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info ======================================================================================
La Rosa di Rudolf - concerto di A. Doronzo La "Rosa di Rudolf" è la nuova invenzione in note, del cantautore Adriano Doronzo, che sarà presentata in concerto, venerdì 15 aprile (h. 20) al Teatro dei Fabbri a Trieste (via dei Fabbri 2), con le partecipazioni di Max "Maxino" Cernecca, Irene Brigitte, Franco "Toro" Trisciuzzi, Bruno Prodan, Michael Petronio. “La Rosa di Rudolf” e “Favole Colorate” (penultimo cd dell'autore), Edizioni Storie di Note, sono i recenti interessanti lavori che fanno entrare, di diritto, Adriano Doronzo nell'olimpo dei più validi e originali cantautori italiani, a cui hanno collaborato indiscussi talenti del panorama musicale italiano quali Alessandro Simonetto (musicista e polistrumentista per gli arrangiamenti di “Favole Colorate”) e Max "Maxino" Cernecca (coproduzione artistica, assieme a Doronzo, de “La Rosa di Rudolf”). Presenti su You Tube e cliccatissimi in Facebook, realizzati da Fedele Boffoli, sono pure i due videoclip “La Favola Colorata” (http://www.youtube.com/watch?v=1j5_gpuLBx8) e “La Favola Dorata” (http://www.youtube.com/watch?v=E4WjmluEzXk), relativi a “Favole Colorate” . Adriano Doronzo ha dedicato gli ultimi trent'anni alla musica ed alla composizione. Come Presidente dell’Associazione Culturale "Club Anthares", è l' organizzatore del Festival Internazionale di Poesia di Trieste. Nella sua carriera ha inciso 6 dischi e 3 collezioni di poesie. Per informazioni: www.adrianodoronzo.it . Trieste, 12 aprile 2011 Fedele Boffoli (in Facebook) - info@fedeleboffoli.it www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm - www.Anforah.Artenetwork.net Bari - Trieste - tel. 338-2246495 ======================================================================================
VINCENZO ANELLO MEMORIA DELLA LUCE di Claudio Alessandri Ancora una volta la Galleria Elle Arte di Palermo, offre il suo spazio espositivo ad una mostra a un artista che rivela, nelle sue opere una sensibilità espressiva per nulla infastidita dall’abilità tecnica di Vincenzo Anello, architetto e per tanto certamente tentato da soluzioni tecnicamente irreprensibili a scapito del sogno a occhi aperti, all’armonia della natura, al romanticismo del trepido ricordo. Tutte le opere di questo artista si impongono per la luce viva, diffusa che evidenzia anche gli interni di angolo di eleganti salotti d’altri tempi, anche se la composizione, estremamente elegante non concede alcuno spazio alla fantasia, molto più a una bellezza che si rispecchia nel ricordo di giorni lontani, di esistenze bramate, di amori nati e perduti. Vincenzo Anello è stato un viaggiatore, e il suo peregrinare per il mondo gli ha concesso visioni precluse ai più, la sua mente come, camera oscura, ha sviluppato tutto ciò che ha colpito la sua sensibilità artistica, la sua mente sfoglia un meraviglioso album dal quale scaturiscono immagini diverse, non contrastanti nello stile, ma diverse nel significato espressivo che varia da un ricordo marino, a un angolo architettonico. Su ogni cosa si impone l’azzurro brillante dei cieli visti e immortalati nei suoi delicatissimi dipinti, al verde smeraldino dei prati e nelle visioni campestre, per poi dare vita a un caleidoscopico, immenso albero di Ficus, tanto diffuso e amato nelle nostre città, nei giardini storici e per le strade segnate dal dolore e dalla violenza, a guisa di epitaffi di vite bruciate, stroncate nel corpo, ma non nel ricordo, per essere più chiaro, ho in mente il Viale delle Magnolie dove venne rapito dalla mafia il giornalista Mauro de Mauro, mai più tornato ai propri cari, ma anche la villa di Piazza Marina che vide cadere sotto il fuoco assassino poliziotti come Petrosino. Mi scuso per queste divagazioni, ma spesso in me prevale lo storico, e basta poco per stimolare la mia memoria che travalica il bello per evidenziare il dolore e l’orrido. Questa personale presentata in catalogo da Piero Longo e ordinata da Laura Romano, mi ha rivelato un artista dalle grandi capacità espressive a prescindere dalle tecniche utilizzate, dall’olio, all’incisione, al pastello, una tecnica che consente a Anello d’ottenere risultati sbalorditivi nel raffigurare la chioma di un albero con semplici “tocchi” di colore, oppure esprimere tutta la forza distruttrice del fuoco, un alleato, nel male, con l’uomo. La mostra si inaugura domani 15 aprile e si protrarrà fino al 3 maggio 2011 presso la Galleria Elle Arte di via Ricasoli, 45 a Palermo. Ingresso libero. Orari 16,30 – 19,30 (Chiuso sabato 23, domenica e festivi) Claudio Alessandri
37, rue des Bains-CH-1205 Genève T :+41 22 781 46 66 – F : 781 47 15 - www.artpublic.ch
- art@artpublic.ch
programma 10.2! aprile/maggio 2011 giovedì 28 aprile h. 1830 presentazione del catalogo di Mauro Ghiglione in collaborazione con UnimediaModern di Genova (data da confermare) la mostra "debito d'ossigeno" chiuderà il 30.4.2011 lunedì 2 maggio h.1830 presentazione catalogo di Mara Pepe intervengono Eleonora Fiorani, Matteo Galbiati, Angela Madesani con l'occasione sarà presentata una scultura inedita di Mara Pepe mercoledì 4 maggio h.1830 - 21 inaugurazione della mostra di Carlo Delli a cura di Denis Curti, presentazione di Lorella Giudici Vi aspettiamo e Vi ringraziamo per la cortese diffusione della notizia cordiali saluti maria rosa pividori DIECI.DUE! international research contemporary art associazione culturale Via Volvinio 30 [ passo carraio ] 20141 Milano [ MM2 Abbiategrasso | Tram 15 ] [ tel | fax ] 02 58306053 art director Maria Rosa Pividori 349 2814715 PM www.diecipuntodue.it dieci.due@libero.it
fino al 30 aprile 2011 mostra personale di M a u ro G h i g l i o n e “d e b i t o d ' o s s i g e n o” testi di Eleonora Fiorani, Lorella Giudici aperto da martedì a venerdì dalle 15,30 alle 19 e su appuntamento in collaborazione con la galleria UnimediaModern contemporary art di Genova C’è sempre nelle opere di Mauro Ghiglione qualcosa di enigmatico, che si sottrae alla piena leggibilità, per offrirsi solo alla profondità dello sguardo, a un vedere che non si traduce in parole e concetti, o che resta sospeso in un’interrogazione che non prevede risposte. A un vedere che è mettere insieme il “vedere come”, che interpreta, media, procede per analogie, paragoni, riconoscimenti, e il “vedere così” di una visione dell’accadere dell’evento, dell’improvviso balenare, dell’intensità in cui la cosa si presenta e si vede qualcosa come “qualcosa”, e si può dire solo “guarda”. In questa visione a doppio sguardo si perdono i confini tra l’essere e le immagini, tra il noto e l’estraneo. ... Oggi che la visione è la nuova dimensione del reale e le immagini hanno preso il posto delle cose e di noi stessi, il mondo è la visione del mondo nell’immagine, che ne costituisce le sue attuali istanze esistenziali. La sua memoria stessa si fonda sull’immagine, come la sua bellezza. Muta dunque lo statuto del reale, ma muta anche lo statuto dell’immagine. ...(dal testo di Eleonora Fiorani) ... Nel suo procedere Ghiglione assume sempre una posizione da “altro corpo celeste”, a ridosso della trincea ma sufficientemente distante per non essere coinvolto e come il saggio (Siddharta docet) osserva. Il che non vuol dire che la vita non la conosca, anzi, il privilegio di questa prospettiva gli consente d’avere una visione d’insieme più estesa, un margine di riflessione più ampio e una dimensione del tempo più allungata perché libero dal contingente. E’ raro che Ghiglione abbandoni questo suo luogo, così come è davvero difficile che diventi autobiografico. Le sue riflessioni non riguardano sé, ma l’umanità; non si addentrano nelle vicende del singolo,ma si interrogano sui temi (spesso quelli più scomodi) che estrapola dalle pagine della vita,dai frames che gli scorrono davanti ricomponendoli in profonde analisi ontologiche. ... In Debito di ossigeno (un’opera del 2010) Ghiglione prende alcune pagine degli evangelisti e le appende al muro distanziandole con quattro calibri, ovvero con strumenti ad alta precisione, strategicamente (aggiungerei emblematicamente) sistemati alla metà dei quattro lati secondo i punti cardinali. Alle pagine con le storie di Gesù, sovrappone poi delle immagini di un corpo femminile, o meglio, un cadavere di donna avvolto in una plastica nera,messo sottovuoto come un pezzo di carne del supermercato e inquadrato in un rettangolo che ricorda il perimetro di una tomba. L’immagine di per sé è già asfissiante,con quella materia che s’incolla come una seconda pelle e blocca qualsiasi via d’uscita con un insopportabile senso claustrofobico che il nero certo non attenua. Ma lo è ancor di più quando ci si accorge che la donna ha la bocca spalancata in un estenuante e quanto mai inutile tentativo di prendere fiato. La sua inquadratura poi è più o meno prossima a seconda della visione della vita che il singolo evangelista ha espresso nel suo racconto di Gesù. Le relazioni tra i due strati del racconto (il corpo e la scrittura, le distanze delle cose e quelle delle parole, il concetto di libertà e di interpretazione, lo scorrere delle righe e l’immobilità del corpo e si potrebbe continuare all’infinito) si fanno complesse. ... (dal testo di Lorella Giudici) Eleonora Fiorani, filosofo, epistemologa, antropologa e saggista Lorella Giudici, storica critica.
Pace nel mondo OLio su tela 50X70 Anno 2008
150 ANNI DELLUNITA' D'ITALIA Mostra con conferimento: di Pittura,Scultura,Grafica,Fotografia,Poesia. A cura dell'Accademia italiana del Terzo Millennio da Domenica 1 Maggio 2011 a Domenica 8 Maggio 2011 presso la sede dell'Accademia Via A.Mosca,189 - MILANO INAUGURAZIONE MOSTRA - 1 MAGGIO 2011 Ore 11 ======================================================================================
damianoferrara art via diaz, 15 91011 alcamo tel-fax 092428278 cell 3334656707 www.damianoferrara.it email: info@damianoferrara.it ho il piacere di comunicarVi che dal 22 aprile al 1 maggio 2011, in occasione della XXXVI mostra dell’artigianato artistico, presso la saletta expo del comune, si terrà ad Anghiari (AR) la mostra di pittura su vetro dell’artista Damiano Ferrara.
La Spiritualità di Antonella Magliozzi. “Graffi…Gli Arcani Maggiori” Reduce dalla sua recente esposizione capitolina, nella storica via Margutta, la pittrice Antonella Magliozzi – originaria di Gaeta – intende creare un “ponte immaginario” tra Roma e Venezia, dove, presso il Centro Congressi di Palazzo Cornoldi, in Riva degli Schiavoni, tra Piazza S.Marco e l’Arsenale, presenterà la sua Personale di pittura dal titolo “Graffi… Gli Arcani Maggiori”. L’inaugurazione, programmata per giovedì 12 maggio alle ore 18:00, con presentazione critica a cura del dott. Antonio Sorgente, sarà preceduta dall’interessante conferenza dal titolo “L’orribil Fuoco”, presieduta dai Prof. Marco Zanetto e Damiano Favaretto, ultimo dei tre appuntamenti del primo semestre 2011 organizzati al Palazzo per commemorare i Centocinquant’anni dell’Unità d’Italia. La pittura astratta della Magliozzi è caratterizzata da giochi di pennellate che sprigionano le emozioni interiori, proiettando così i moti dell’Anima verso l’esterno attraverso forme e colori che danno vita all’inconscio, rendendolo “visibile”. Essa ha una propria chiave di lettura, la “Spiritualità”, nell’accezione più ampia del termine, che racchiude in sé il significato del difficile compito di ogni artista (quello di rendere visibile l’invisibile), nella consapevolezza che oltre alla pittura sussiste un livello spirituale di esistenza, dal quale la materia stessa trae la vita, l’intelligenza e lo scopo del suo essere. Il novello messaggio dell’artista, dunque, differisce da quello energico dello statunitense Jackson Pollock – basato sull’Emozione, ma anche dalle luccicanti e grandi campiture omogenee di Rothko – pregne, invece, di Sentimento. La “Spiritualità” della Magliozzi rimanda così all’arte che proviene dalla profondità dell’Anima: «È lì – sostiene la pittrice – che ogni artista riesce a cogliere l’in sè, l’essenza della vita, attraverso vibrazioni ritmiche solo apparentemente incomprensibili». Non sono violenti tratti dettati dalla rabbia o dal dolore, ma, al contrario, sono percorsi che nascono dalla gioia di vivere, guidati dalla purezza dello Spirito: intimamente collegati fra loro, si rincorrono e si mescolano sulla tela in una danza armoniosa, dando vita a luminose, affascinanti e raffinate cascate cromatiche. La Personale della Magliozzi, che precede di poco l’inaugurazione della 54^ Biennale di Venezia, rimarrà allestita fino a giovedì 26 maggio. L’ingresso è su invito. Per informazioni telefonare al numero 0771.1830029 (mobile) 340.7259725 oppure scrivere a mostre.venezia@libero.it .
Nei prossimi giorni sarà reperibile in tutte le librerie il racconto – fiaba scritto e illustrato da Claudio Alessandri e edito per i tipi della Edizione UNI SERVISE di Trento. MUHAMMAD E DAFNI - QUASI UNA FIABA – di Claudio Alessandri Questo breve racconto scaturisce da un insieme di elementi quali la fantasia, la mitologia, le leggende, la storia. Tutti elementi che composti ordinatamente, possono consentire la visione, non reale, di mondi, di popoli di un lontano passato, una sorta di macchina del tempo, ancora nutrito dal riverbero, tutto siciliano, della mitologia. Ha uno sviluppo coerente anche se condotto da fatti e personaggi leggendari, resi reali dalla storia di un popolo. Il racconto nasce in Sicilia, da quella costa marina che prospetta l’Africa, si sviluppa ai tempi della occupazione musulmana dell’isola, e prosegue nella mente esaltata di un fanciullo saraceno convinto che recandosi nella terra dei suoi avi potrà rivivere gli usi e i fatti di quel periodo storico. A realizzare il suo strano desiderio sarà una sirena, ecco la mitologia, l’amore sbocciato tra questi due esseri totalmente diversi, conduce a un epilogo non previsto, romantico e, ancora una volta fantastico.
Interessante iniziativa del Professore Claudio Stazzone, Preside dell’I. T. E. Antonio Maria Iaci di Messina: che Giovedì 28 Aprile alle ore 17.00, presso l’Aula magna dello stesso Istituto, nell’ambito del progetto “Incontro con l’Autore”; presenterà l’Artista Biagio Cardia autore del libro “Alla Ricerca della Tomba di Antonello da Messina”. Lo stesso Professore Stazzone ha curato l’Introduzione, sottolineando l’importanza del lavoro di Cardia il quale ripropone il problema di approdare alla verità sul “Sepolcro” di Antonello, nostra gloria messinese di portata internazionale. All’incontro sarà presente la Dott.ssa Agata Midiri che ha collaborato alla stesura del libro, e che nella sua Prefazione, ha evidenziato la qualità di quest’opera, “la quale, così come è negli intendimenti dell’Autore, vuole sostanzialmente focalizzare l’attenzione sul più illustre dei messinesi di tutti i tempi per la Sua eccelsa Arte e, nel contempo, ridare centralità all’antico interrogativo, mai risolto, incardinato sulla ricerca della Tomba di Antonello”. Alla presentazione, del libro di Biagio Cardia, saranno presenti anche le Dott.sse Celestina Martino e Tiziana Midiri, curatrici del Testo. Biagio Cardia, nasce a Messina nel 1947. La sua attività artistica inizia nel 1972, con lo studio della fotografia nella città di Torino, dove in quel periodo vive e lavora; rientra a Messina negli anni ’80. Stimolato dal mistero della luce, studia le Scienze della Fisica. Nel 1998 decide di trasferire su tela le immagini misteriose della scoperta dell’universo; organizza la sua prima mostra di foto artistiche e dei suoi primi dipinti, con soggetti di Astro - Fisica. Dopo anni di attività artistica Biagio Cardia, oggi, si dedica esclusivamente alla pittura, trovando anche il tempo di studiare gli Artisti del passato. Durante le sue ricerche, scopre “il Mistero della Tomba di Antonello da Messina”. Dopo la precedente pubblicazione del volume “Messina nell’Arte” che tanto successo ha riscosso, Biagio Cardia, con questo suo nuovo libro, coglie ancora nel segno poiché riesce ad accendere in noi Messinesi e in chi ama la nostra Città per la sua prestigiosa arte e la sua millenaria cultura la corale volontà di rendere il massimo tributo ad Antonello da Messina ricercando in primis la Sua Tomba, atto dovuto non più procrastinabile. E’ possibile visionare il libro nel sito www.cardiabiagio.it;
Habemus Papam di Nanni Moretti Habemus Papam, sconsigliato ai minori CEI, è l’ultimo “capolavoro” cinematografico di Moretti, che esce, guarda caso, alla vigilia della beatificazione di Giovanni Paolo II, il Santo Wojtyla, che sembra, in parte, coincidere (a parere di chi scrive, abbastanza, maldestramente) con l’immagine del Papa rinunciatario, protagonista del film morettiano (anche se, in realtà, Wojtyla ha fatto, in vita, esattamente, il contrario). Una figura, la sua, notevolmente confusa (probabilmente volutamente), che se da una parte ricorda il Pontefice polacco (vedi la passione per il teatro, la vaga somiglianza del personaggio, il suo accento e i modi) dall’altra sembra incarnare, in maniera molto sibillina, proprio i recenti dubbi, palesemente esternati, del suo successore sul soglio di Pietro (…forse troppo pericolosa una citazione più diretta?). Un tentativo, da parte del regista, quindi, di interpretare e di entrare nel mondo dello Spirito, senza sentirsene in realtà partecipe (questo è quello che si percepisce), evidenziando, prevalentemente, gli aspetti depressivi e degenerati (purtroppo, però, escludendo tutti gli altri), sicuramente presenti nel mondo contemporaneo, con particolare riferimento alla dimensione ecclesiastica e gerarchico-cardinalizia del Conclave. Una dimensione (si evince dall’opera) in cui il rimedio per la caduta e la decadenza umana non è la Divinità (con la sua Grazia discendente, il Verbo che si incarna e l’esperienza, attiva e creativa, della Fede) ma l’uomo con le sue “scienze esatte e positive”, psicanalisi, psichiatria, psicologia… (anche se nel film non si comprende, comunque, come agirle) che, come “ben sappiamo”, sono in grado di “porre rimedi certi a patologie e sconvolgimenti dell’essere”, come anche di compenetrare, esaustivamente, i misteri della vita e della morte… “Todo cambia” è il refrain della canzone, di Mercedes Sosa, più volte ripetuto nel film (che evoca un approccio ideologico e strizza, nel contempo, l’occhio alla martoriata Teologia della Liberazione), attraverso cui il regista sembra richiedere, all’attuale Chiesa di Roma, un cambiamento necessario di animo e costume ed un ritorno alla semplicità (praticamente una cronaca sotto gli occhi di tutti: ma dov’è l’Intuizione? E l’Arte con i suoi totali rimandi?): facile a dirsi. Un altro girotondo (sponsorizzato da noi) retorico, “purificatore” e morettizzatore (quella volta era la Sinistra adesso è la Chiesa?), senza un tondo e, soprattutto, senza un centro sostanziale e significativo che lo anima e sostiene, senza prospettive di metodo e reali proposte di campo: non sarebbe il primo, a cui assistiamo, e, forse, neanche l’ultimo (caro Moretti)… verrebbe da pensare. L'ARTE E' (http://www.youtube.com/watch?v=qZpjO8uL9UQ&feature=player_embedded): Campagna Informativa per il Recupero dell’Arte - Webcommunity Anforah. Trieste, 25 aprile 2011 Fedele Boffoli (in Facebook) info@fedeleboffoli.it www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm - www.Anforah.Artenetwork.net Bari - Trieste - tel. 338-2246495
Amianto: anche il Papa ne parla Anche il Sommo Pontefice parla dell'amianto, è avvenuto nell'Udienza Generale di ieri, 27 aprile 2011 (ne dà notizia L'Osservatore Romano, in data odierna) in occasione della giornata dedicata alle vittime della letale fibra killer, dopo gli eclatanti processi e le molteplici interrrogazioni parlamentari promosse sullo stesso tema, al fine di riconoscere diritti e risarcimenti a vittime e loro congiunti e, si spera, per superare quella indecorosa e insostenibile cortina di assordante silenzio, così ben concertata e messa in opera, trasversalmente, da certi media non, sicuramente, professionali e da qualche pezzo di istituzione poco brillante. Ricordiamo l'universalità della "questione" Amianto, di cui si prevedonno, nei prossimi anni, dei picchi esponenziali e che coinvolge personale di ogni genere (civile e militare). Dal processo Eternit, alle varie fabbriche di operai, in Italia e nel Mondo, con la cittadinanza vicina, dai morti della Marina Militare a quelli della Guardia di Finanza (ricordiamo, di questi mesi, la vertenza, in atto a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia, promossa del Movimento dei Finanzieri Democratici e dall'Osservatorio Nazionale Amianto) e di altri Corpi armati dello Stato. Riportiamo, a riguardo del particolare evento, il comunicato stampa dell'O.N.A.: """28 aprile 2011. Nella giornata mondiale dell’amianto Papa Benedetto XVI squarcia il velo di silenzio, e accende i riflettori del mondo sul dramma delle vittime dell’amianto, ed esorta la nostra Associazione e l’AVANI. Ieri, all’udienza generale Sua Santità Benedetto XVI, “Saluto i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Vittime dell’Amianto e dell’Osservatorio Nazionale Amianto e li esorto a proseguire la loro importante attività a difesa dell’ambiente e della salute pubblica”. Accogliamo l’invito e l’incoraggiamento del Sommo Pontefice, al quale ci siamo rivolti affinchè interceda per tentare di fermare la strage di 4.000 morti ogni anno solo in Italia, per via della presenza di amianto, e per ottenere giustizia per le vittime. L’appello era stato lanciato anche a nome dell’AVANI, attraverso l’emittente TV2000, dall’Avv. Ezio Bonanni, che innanzi all’immobilismo degli organi pubblici e della giustizia, aveva auspicato un autorevole intervento del Sommo Pontefice. La nostra mobilitazione proseguirà anche oggi in tutta Italia. Allego alla presente l’articolo apparso oggi in prima pagina sull’Osservatore Romano, il testo integrale dell’intervento del Papa, e il comunicato della Radio Vaticana. Roma, 28.04.2011 Sig. Aldo Guerrera Presidente Nazionale ONA""". Per informazioni: Osservatorio Nazionale sull'Amianto e - mail: osservatorio.amianto@tiscali.it. - Avv. Ezio Bonanni, tel. 06.68309534 - 0773.663593, cel.335-8304686, www.eziobonanni.it e - mail: avvbonanni@libero.it. Amianto? No Thank You! - http://www.youtube.com/watch?v=0xnUX29D_eE: Campagna informativa contro l'amianto della Webcommunity di Arte e Poesia Anforah. Bari, 28 aprile 2011 Fedele Boffoli (in Facebook) - info@fedeleboffoli.it www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm - www.Anforah.Artenetwork.net Bari - Trieste - tel. 338-2246495 ======================================================================================
http://www.artitude.eu/?p=articolo&categoria=news&id_pill=830&titolo=Metaformismo,_le_avventure_della_forma_nella_contemporaneit%C3%A0
RAFFAELE AUTUNNALE Dans la fleur du desert Personale d'Arte Contemporanea Vernissage: Mercoledì 15 Giugno alle ore 18,30 In mostra fino al 4 Luglio 2011 Ingresso libero Orario di visita: da martedì a venerdì dalle 16:00 alle 19:00; sabato 10:00-12:00; chiuso lunedì e festivi Curatrice: Sabrina Falzone Presso: Il Borgo - Sabrina Falzone Gallery Il 15 giugno, nell'esclusivo scenario delle antiche corti milanesi dei Navigli, sarà inaugurata la personale di Raffaele Autunnale dal titolo "Dans la fleur du desert", a cura del critico e storico dell'arte Sabrina Falzone, che presenterà in anteprima la recente produzione artistica del pittore leccese, dal linguaggio straordinariamente rinnovato. L'autore pugliese mostrerà una serie di dipinti inediti, che denotano un ritorno alla pittura figurativa e all'impiego dei pigmenti naturali. Il percorso espositivo metterà in luce le ancestrali correlazioni tra la primordiale vitalità dell'universo femminile e la sua evoluzione odierna, indagando le sue differenti manifestazioni culturali tra la società occidentale e le terre d'Oriente. Nella ricerca pittorica di Autunnale la sensualità diviene lo stemma di un'analisi universale dell'esistenza umana, la cui iconografia varia a seconda del luogo e dell'epoca, tracciando non tanto un'eterogenea fisionomia storica o geografica, quanto piuttosto le fondamenta per una valorizzazione dell'imago feminae e delle sue significazioni iconologiche. Il fiore del deserto non è altro che la metafora della purezza della passione nel deserto della ragione, enfatizzata dall'utilizzo dei pigmenti nel linguaggio pittorico di Raffaele Autunnale. Il titolo della mostra è in francese perché Autunnale, seppure sia nato a Spongano (Lecce) nel 1951, ha trascorso la sua infanzia e il periodo della formazione a Parigi, città dove ha seguito tutti i suoi studi superiori dall'Ecole des Beaux Arts all'Ingegneria Informatica, successivamente a delle influenti esperienze professionali. Il sentiero della vita lo ha condotto in Italia continuando ad esprimere la sua attività artistica tra Italia e Parigi. L'esposizione sarà visitabile fino al 4 luglio. Presso: "Il Borgo" Sabrina Falzone Gallery C.so San Gottardo 14, Milano (MI) Info: tel. 02.91532183 www.autunnaleart.it Direzione Artistica: Sabrina Falzone Relazioni esterne: Sanja Kocman info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info ======================================================================================
Volontariato, cittadinanza e arte contro l’omofobia di Claudio Alessandri Venerdì 13 maggio alle ore 18.30 sarà inaugurata, presso il Centro Congressi Marconi, Corso VI Aprile a Alcamo, il convegno e mostra d’arte contemporanea aventi per oggetto l’Omofobia e la Transfobia. La mostra e il convegno sono organizzati dall’Associazione Culturale Ricercarte e dall’Associazione di Volontariato Agedo di Palermo, con il contributo del Cesvop e con il patrocinio del Comune di Alcamo, Assessorato alle Politiche Culturali e alle pari Opportunità, il catalogo è curato dal Prof. Aldo Gerbino. Omofobia e Transfobia in questo ultimo periodo sono stati al centro dell’attenzione generale, forse eccessivamente sovra esposte, ma utili a confutare delle inesatte interpretazioni di questi due dati fisici che si discostano dal loro aspetto fisico per assumere personalità e comportamenti sessuali contrastanti con la natura “etero”. Lo stesso aspetto esteriore non sempre corrisponde ad una delle due abitudini sessuali. Ritengo utile sottolineare questa idea falsa dovuta essenzialmente a una rappresentazione, evidentemente fallace, in filmati che, quelli si, destano nausea e protesta. Non è un caso che questi filmati assegnino le scene lesbiche a bellissime giovani donne, oppure uomini dal fisico possente che esercitano il loro potere assoluto su consenzienti giovani dello stesso sesso. Queste rappresentazioni sono la peggiore proposizione, dell’omosessualità maschile o femminile, quelle scene ipotizzano bellezza e possanza fisica, ma dimenticano l’essenzialità di quei rapporti, il trasporto affettivo, le coppie omosessuali nascono da un sentimento a tutti gli esseri umani, l’amore, quel collante non contrattuale, ma sentimentale che lega per l’intera vita sia gli Etero che gli o le Omo. Se poi esaminiamo a fondo il fenomeno dell’Omofobia, letteralmente “paura, timore del diverso”, ecco che la definizione perde la sua efficacia per designare un singolo fenomeno, per accogliere tutto ciò che desta incomprensione, non rifiuto a priori, ma momentaneo disagio al presentarsi di un evento che può essere umano, ma anche al di fuori dalle nostre comuni conoscenze. Non si può essere contro l’omosessualità contro o a favore, sarebbe un concetto dettato dall’ignoranza, fondamentalmente razziale. Omosessuale lo si è o non lo si è, accettarlo come voluto dal manifestarsi della natura, non è una malattia, come asserito fino a qualche anno addietro, non è uno scherzo della natura, non obbliga nessuno a condividere oppure contestare, lo stato omosessuale, non può e non deve essere discriminato perché la loro sessualità si esplica in modo opposto al nostro, condannare l’esibizionismo, questo si, l’ostentazione a fini speculativi non rientra nel normale comportamento di un omosessuale, divenire una specie di caricatura per destare ilarità in un pubblico che trova divertente……..una esibizione retribuita, quindi elevata a lavoro quale potrebbe essere quello di una “velina” o di una brava ballerina, ma questa non è una giustificazione, è piuttosto il mercimonio che viene esercitato su un palco di un teatro, nella propria casa o lungo i marciapiedi di squallide periferie cittadine. Forse non viene compreso che proprio l’esibizione, reale o per comodo, delle proprie tendenze sessuali, è alla base di quel malessere diffuso fra i così detti “ben pensanti” che, il più delle volte dissentono e contemporaneamente, nel loro intimo, vorrebbero trasgredire, ma il loro ruolo sociale impedisce. Quindi l’omosessuale non è una brutta copia di un eterosessuale, vive la stessa realtà, le stesse passioni, il bello e la cultura, mi accorgo di stare descrivendo una minoranza dell’ intera umanità. Un errore che, secondo me, viene commesso spesso nell’omosessualità è quello di trovare forza e giustificazione negli esempi dell’antica Grecia, nell’antica Roma, ed ecco citare Cesare come omosessuale, oppure artisti immensi come Michelangelo o Leonardo da Vinci, perché citare questi illustri esempi sapendo perfettamente che gli usi di quelle civiltà non possono accostarsi ai nostri, perché cercare esempi illustri per, non tanto giustificare la loro condotta o non solo, ma per dimostrare che l’omosessuale ha nobili esempi mentre l’eterosessuale no. Fino a quando si cercheranno delle stupide giustificazioni ai propri comportamenti sessuali, esisterà sempre l’Omofobia, l’omosessuale non si distinguerà, nella vita, dagli Eterosessuali, fin quando sarà lui per primo a considerarsi un diverso. Gli Artisti che hanno dato vita alla manifestazione sono: Luciana Anelli; Calogero Barba; Byos Vincent; Bartolomeo Conciauro; Naire Feo; Manlio Geraci; Margherita Levo Rosenberg; Gaetana Milazzo; Alessandro Previti; Salvatore Previti; Giuseppina Riggi; Massimiliano Robbino; Gruppo Sinestetico; Naresh Subhash; Gianni Maria Tessari; Ewa Morawska. La mostra sarà visitabile tutti i giorni presso il Centro Congressi Marconi, Corso VI Aprile Alcamo dal 13 al 20 maggio 2011. Orari: 9.00/13.00 – 16.30/20.00 Claudio Alessandri
Il GRUPPO CULTURALE CORNELIANO BERTARIO Castello Borromeo P.za Gallarati Scotti Corneliano Bertario frazione di Trucazzano (Milano) in collaborazione con Dieci.due! International research contemporary art, Milano Galleria Vanna Casati, Bergamo presenta la mostra di Sabina Sala Valerio Ambiveri a cura di Giovanna Maulino e Maria Rosa Pividori testi di Elisabetta Longari Inaugurazione Sabato 28 Maggio 2011 h. 18-22 Finissage Domenica 12 Giugno 2011 h. 18-22 aperto sabato h.15/19 e domenica h.10/12 – 15/19 fino al 12 giugno 2011 In principio c’è la brevità del corpo, quindi il sentimento del “due”, su cui poggia espressamente la Weltanschauung romantica e base di ogni conoscenza possibile. Adamo ed Eva, la coppia primigenia è un archetipo frequentato ampiamente dagli artisti del passato e del presente, ma forse quelli che lavorano con la materia calda e mutevole del proprio corpo, come Baldassarri, Marina Abramovic e Ulay, Sabina Sala e Valerio Ambiveri, restituiscono in modo più flagrante e conturbante il mistero, la vertigine del “due” in tutta la sua affascinante ambivalenza. La genealogia per vistosi salti, è grossomodo questa. Esplorare i limiti del proprio corpo attraverso quelli dell’altro è un’efficace definizione di cos’è la vita. Elisabetta Longari info Giovanna Maulino 3296950250
ANTOLOGICA DI LEONARDO ALBANESE Leonardo Albanese è un pittore che coniuga con naturalezza arte visiva e cultura narrativa, in parte folkloristica, in quanto Leonardo ritrae la realtà ponendo in evidenza molte delle usanze o delle attività che si perpetuano da secoli in Sicilia. Queste due doti, che si riscontrano in tutti i dipinti, per ispirazione diretta o indotta, normalmente sono spontanei nelle opere dei pittori la cui sensibilità si impone sui concetti materiali per dare vita e musicalità alle varie figurazioni, il bello non può sfuggire a coloro che lo colgono e conservano gelosamente nel proprio animo, fino a quando, un improvviso stimolo non lo riconduce alla superficie e quindi, inevitabilmente, al dipinto. Leonardo Albanese non fa eccezione, riproduce il bello di un fiore, il paziente lavoro all’antico telaio che consente, alla eterna Penelope, di realizzare tessuti dal disegno lineare, normalmente geometrico, ma caratterizzato da colori vivaci, attraenti, e mai discordanti. L’azzurro del mare duplica quello del cielo e le barche, dai mille colori, in secco su spiagge assolate, attendono, come cavalli alle loro poste, che giunga il momento di calcare le onde, anche le più insidiose, per trarre dal mare l’unica ricchezza del pescatore, i pesci guizzanti racchiusi nella rete, vittime immolate alla sacralità di un mistero che si rinnova e ripropone la biblica visione della “pesca miracolosa” nelle acque del lago di Gennessaret. La gloriosa battaglia avvenuta su “Ponte Ammiraglio” tra i garibaldini e le truppe borboniche, Leonardo trae spunto da un celebre dipinto di Renato Guttuso, il cui turbinio di corpi di guerrieri e cavalli confusi nella battaglia, ricorda la celebre opera del Vasari che, molto probabilmente si ispirò a quella perduta di Leonardo da Vinci, la “Battaglia di Anghiari”, questa di Leonardo dipinta con colori esaltanti a sottolineare il momento topico di un evento che sarà ricordato nella storia dell’unificazione dell’Italia, l’opera di Leonardo è racchiusa nello spazio limitato di un “masciddaru” di un carretto siciliano. Con questo grande dipinto Albanese offre il suo contributo ai 150 anni dell’unificazione della nostra Nazione, ma, in questo caso specifico la storia di un momento glorioso, si inquadra nella tradizione popolare, rappresentata normalmente, dalle cruenti tenzoni tra i mori e i paladini di Francia. Una vicenda reale traslata nella fantasia, nella battaglia di “Ponte Ammiraglio” è la storia che rimane tale nella lotta e nel dolore di uomini che si sono sacrificati per un nobile ideale, impossibile ritrovare esempi simili ai nostri giorni. Leonardo Albanese per la sua arte ubbidisce al suo sentire intimo, è attratto dal bello, e non potrebbe essere evidente, ma vive ai nostri giorni in un mondo impazzito dove volgarità e violenza si diffondono sempre più, l’artista vede e soffre forse più di altri a questi cedimenti, agli attacchi sconsiderati al vivere civile. Con questa antologica Leonardo Albanese, fornisce una immagine di riconciliazione pur sapendo che, molto probabilmente, la sua voce, come tante altre, cadrà in un silenzio tombale, ma per un artista è d’obbligo sperare, sempre sperare. La mostra dal titolo “Antologica di pittura” si inaugura il 26 maggio alle ore 18 presso il Palazzo Jung in Via Lincoln n.21 Palermo ed è visitabile fino all’11 giugno 2011 alle ore 18,00 Claudio Alessandri
CON LA PARTECIPAZIONE DI GIORGIO DE CESARIO www.giorgiodecesario.it www.lacasadegliartisti.it
Ora - domenica 5 giugno alle ore 12.00 - 10 luglio alle ore 19.30 Luogo - Museo della Civiltà Contadina del Comune di Sperlinga (EN) piazza Castello _ Sperlinga, Italy Creato da - Associazione Culturale Altom@rte -, Fiorenzo Zaffina, Christiano Muntoni, Lucio Statti, Circuito Arts, Casa Arte, Salvatore Pepe, Luigi Auriemma, Paolo Pratali, Monica Dessì, Dare Birsa, Idea Cultura, Giuseppe Zaffora, La Sicilia Svelata, Gimmi Stefanini, Maurizio Sanfilippo, Andrea Aquilanti, Luigi Ballarin, Rolando Zucchini, Tuomo Klemi, Giorgio De Cesario, Ettore Le Donne, Michele Principato Trosso, Gruppo Sinestetico, Angelo Riviello, Pippo Altomare, Filippo Altomare, Serox Cult, Pino Matarazzo Maggiori informazioni ROSSO MALPELO . liberiamo i bambini dalla schiavitù (IV Ed.) Mostra d.arte contemporanea a cura di Filippo Altomare Sabato 5 giugno presso il Museo della Civiltà Contadina del Comune di Sperlinga (EN), alle ore 12,00 si inaugurerà una rassegna d.arte contemporanea che ha come titolo: Rosso Malpelo . liberiamo i bambini dalla schiavitù. Dedicata al piccolo protagonista dell'omonima novella Rosso Malpelo e ai tanti bambini che nel mondo, ancora oggi, vengono sfruttati e vivono, perciò, in condizioni di estremo disagio. In mostra una selezione di opere inedite che fanno parte della Collezione d.Arte .Artisti Uniti per Rosso Malpelo. nata nel settembre 2006 e che comprende oggi più di 500 opere, risposta di molti artisti italiani e stranieri di fama internazionale. Tra questi: Vincenzo Accame, Carla Accardi, Ennio Alfani, Filippo Altomare, Pippo Altomare, Fabio Amerio, Lara Androvandi, Andrea Aquilanti, Rodolfo Aricò, Luigi Auriemma, Miguel Ausili, Massimo Bagarotto, Paola Baldassini, Costantino Baldino, Titti Baldino, Bernd Baldus, Luigi Ballarin, Vincenzo Balsamo, Igor Banfi, Silvana Baroni, Natascia Beani,Emilio Bedini, Francisco Bella Galán, Jacopo Benci, Michele Benedetto,Luisa Bergamini, Donatella Berra, Aldo Bertolini, Valerio Betta, LetiziaBiondo, Dare Birsa, Nadia Blarasin, Ilaria Boeddu, Daniel C. Boyer, PinoBoresta, Anna Boschi, Antonio Brancato, Tano Brancato, AlexandraBularka, Jaebong Byun, Manuel Chabrera, Mirta Caccaro, StefaniaCalledda, Mariarosy Calleri, Paola Cancogni, Mauro Cappelletti, NicolaCarrino, Annalicia Caruso, Francesca Casani, Bruno Cassaglia, FrancescaCataldi, M. Elisabetta Catamo, Mimmo Catania, Giorgio Cattani, GiovanniChiapello, Giorgio Chiesi, Andrea Cioni, Iona Ciona, Elisa Ciregia,Virginia Colonnella, Alessandro Coltri, Pietro Consagra, EttoreConsolazione, Mario Coppola, Marisa Cortese, Michele Cossyro, PaoloCotani, Dario Cusani, Andrea D.Ascanio, Alberto D.Italia, DomenicoD.Oora, Caterina Davinio, Franco de Courten, Giorgio De Cesario, Enzo DeCurtis, Gino De Dominicis, Massimo De Luca, Michele De Luca, Pino DeLuca, Crescenzo Del Vecchio Berlingieri, Fausto Delle Chiaie, MarcoDelogu, Romina Diaz, Maria Rita Dolfi, Salvatore Dominelli, ClaudiaEmanuele, Salvatore Emblema, Metka Erzar, Anna Esposito, ManuelaFalagiani, Giuseppe Fazzi, Fernanda Fedi, Raimondo Ferlito, FrancescoFilincieri Santinelli, Marco Fioramanti, Natale Fiorenza, Dan Flavin,Giordano Floreancig, Giorgio Fresi, Giovanni Gaggia, Leonardo Galliano,Antonella Gandini, Max Gangl, Franco Gentilini, Gabriella Giandelli,Enrica Giannasi, Piero Gilardi, Franco Giuli, Salvatore Giunta, GiorgioGriffa, Gruppo Sinestetico, Armin Guerino, Lorenzo Guerrini, RenatoGuttuso, Anne Hakala, Anneli Hilli, Anna Marie Holm, Carlo Iacomucci, Giuseppe Iannitto, Tatsuo Uemon Ikeda, Helka Immonen, Francesco Impellizzeri, Corneliu Ionescu, Kumiko Ishiguro, Anna Keen, Brigitta Kemi, Evrim Kilic, Du.an Kirbi., Tuomo Klemi, Massimiliano Kornmüller, Joseph Kosuth, Amedeo Lanci, Gianleonardo Latini, Ettore Le Donne, CarolLe Pers, Alfonso Lentini, Claudia Leporatti, Fiona Liberatore, TatianaLoi, Andreas Lolis, Biagio Longo, Vincenzo Ludovici, Enrico Luzzi,Ruggero Maggi, Teodosio Magnoni, Alberto Magrin, Chirin Malla, RenatoMambor, Elio Marchegiani, Giulio Marchetti, Khewhedinoh Marchi, EvstatiMarinov, Gino Marotta, Maria Grazia Martina, Paola Martinella, PierFrancesco Martini, Sergio Mazzanti, Stefano Mazzotti, Nicola Mette,Sergio Miali, Simone Millo, Mauro Molinari, Patrizia Molinari, KikaMøller, Luigi Montanarini, Silvia Montanelli, Monticelli& Pagone, Gianluca Murasecchi, Lorenzo Oggiano, Dennis Oppenheim, Enzo Orti, Manlio Onorato, Franco Ottavianelli, Elisa Ottaviani, Achille Pace, Giuseppe Pansini, Patrizia Pappalardo, Luigi Paracchini, Claudio Parentela, Alberto Parres, Giada Passalacqua, Valerio Passera, Walter Pennacchi, Salvatore Pepe, Marco Petrella, Gianni Piacentini, Alfa Pietta, Tarcisio Pingitore, Francesco Pinna, Vettor Pisani, Pope, ElisaPratici, Robert Primig, Michele Principato Trosso, Elisa Puddu, Pupillo,Antti Raitala, Debora Ramacciotti, Michele Reale, Giuseppe Riccetti,Angelo Riviello, Sabina Romanin, Lucia Romualdi, Mariano Rossano, SerenaRossi, Massimiliano Ruocco, Enzo Salanitro, Silvana Salinaro, Antonio Sanfilippo, Enzo Santese, Sergio Sarritzu, Giancarlo Savino, Roberto Scala, Franco Scarano, Gina Scardino, Marco Scarpelli, Jacopo Scassellati, Antonio Sciacca, Paolo Scirpa, Bernardo Scolnik, AntonioScordia, Edith Schloss, Gernot Schmerlaib, Roberto Serra, FeliceSerreli, Domenico Severino, Elke Siml, Mille Søndergaard, Min Soung Ho,Celina Spelta, Nicola Spezzano, Marilisa Spironello, Knud SteffenNielsen, Giovanni Strada, Silvia Stucky, Joze Subic, Tylly, RiccardoTommasi Ferroni, Valeria Troja, Alessandra Turco, Etko Tutta, SergeUberti, Giuseppe Uncini, Nicole Valenti, Marja-Leena Valkola, AlessandraValloni, Gaetano Vicari, Giorgio Vicentini, Pasquale Vinciguerra, HidetoYada, Zhao Yuhong, Fiorenzo Zaffina, Rolando Zucchini. Le opere sono state donate all.Associazione Culturale Altom@rte da gli stessi artisti, da molti collezionisti e da numerosi galleristi per la realizzazione di un Museo dedicato ai tanti bambini-rossomalpelo sfruttati a causa della loro miseria e che verrà aperto al pubblico il prossimo anno. Ideazione e allestimento della mostra di Filippo Altomare, con il patrocinio del Comune di Sperlinga e la collaborazione della Casa d.ArteLa Fenice. Pubbliche relazioni e coordinamento catalogo della prof.ssa Maria Elena Guidara. Per l.occasione si stamperà un catalogo che può essere ordinato tramite e-mail associazionealtomarte@yahoo.it La mostra sarà aperta al pubblico dal 5 giugno al 10 luglio 2011 ingresso libero . aperto tutti i giorni dalle 10,30 alle 13,30 . dalle 15,30 alle 19,00 Organizzazione mostra: Associazione Culturale Altom@rte via Principe Amedeo, 8 . 94010 Sperlinga (En) info: 338.8147571 e-mail: associazionealtomarte@yahoo.it artisti.rossomalpelo@yahoo.it www.altomarte.it/spot.asp
MADRE TERRA – Mostra collettiva d’arte contemporanea Per i tantissimi artisti chiamati a cimentarsi su questo argomento, non è stato semplice affrontare un soggetto in apparenza evidente e rappresentabile nel suo concetto inamovibile di una creazione legata, secondo i propri principi, da una Entità superiore, secondo quelli scientifici, da un insieme di fenomeni naturali che hanno raggiunto un equilibrio, anch’esso fisico – matematico, ma affidati al comporsi casuale. Ma se l’idea è immediata, non è altrettanto facile tradurla su una tela, una scultura o una qualsiasi altra idea artistica. Una sfida che comporta difficoltà realizzative e interpretative. Constatiamo con immenso piacere che le opere esposte, ovviamente dal contenuto suggerito dal proprio pensiero artistico, sono riuscite a risolvere, con abilità pittorica e contenuti aderenti al soggetto proposto superando ostacoli notevoli, immensi come lo è il concetto di un pensiero filosofico, religioso o fisico che sono alla base dell’intelletto umano. In molte concezioni filosofiche , un “elemento” configura una forza, come da sempre acclarato, di primaria importanza poiché da esso si origina l’intero “creato”. Questo termine è normalmente utilizzato nel dare una spiegazione degli schemi che compongono, nel loro insieme coerente, seppur contrastante nella sostanza, l’archetipo della natura. Il principio filosofico maggiormente conosciuto è quello greco, ovviamente limitatamente al territorio europeo, detto principio teorizza l’esistenza di quattro elementi strettamente collegati e più esattamente: “Terra, Acqua, Aria, Fuoco. Questo principio filosofico è giunto fino a noi nella sua forma primigenia. Altri principi filosofici, lontani geograficamente e nell’interpretazione intimistica, ad esempio quelli indiani e cinesi danno vita alle fondamenta inamovibili del Buddismo e dell’Hinduismo. Questi concetti dal contenuto essenzialmente filosofico, nel mondo reale costituiscono l’aspetto materiale dei componenti il nostro pianeta, la sua nascita, e nell’assenza di uno di essi, la fine del nostro pianeta, e di qualsiasi altro pianeta esistente nell’immensità misteriosa dell’universo. Altri, pianeti, altri mondi simili al nostro, popolati da esseri intelligenti che, un giorno, non sappiamo quando, ci raggiungeranno per annientarci o condurci verso mete esaltanti, immaginate dai terrestri, ma negate da una cultura spesso utilizzata a fini distruttivi. Colui che ci ha creati, per i credenti, il caso per gli scettici, gli agnostici gli atei, ci ha consegnato un mondo perfetto, dove ogni componente ha un significato, un senso, un equilibro indiscutibile che, se alterato condurrà inevitabilmente verso la fine di ogni esistenza, umana, animale o vegetale. Questo è un argomento “principe” di tutti i dibattiti, le conferenze e gli studi di illustri scienziati, eppure, incredibilmente gli esseri umani sono maggiormente sensibili alle notizie sensazionali, propagandate dagli organi di informazione e immediatamente recepiti e propagati come verità assoluta in tutto il mondo, se invece scaturiscono da seri e geniali scienziati, non destano alcuna curiosità e insegnamento. La definizione “Madre Terra” compendia i quattro elementi della Creazione e ha origini antichissime e diffusa tra popoli distanti tra loro, in suo onore e gratitudine vengono, da sempre, celebrati riti di ringraziamento o di implorazione, alle volte con riti violenti, altre volte con cerimonie che attengono la fertilità umana e ripetono annualmente, dopo avere praticato un foro nel terreno, un certo numero di individui si alternano nel copulare in quel foro al fine che il loro seme fecondi la terra e dia messi copiose. Questa che per noi uomini istruiti, sembra un rito tribale estremamente primitivo, è in effetti un ingenuo congiungersi carnalmente con quell’elemento che per noi non ha nulla di umano, per loro è la vita materiale, paragonabile alla fecondazione umana che dal nulla fa nascere i loro figli. Il, così detto, uomo moderno, civile lancia messaggi preoccupati per il disboscamento della foresta amazzonica, il polmone che dona ossigeno a tutto il pianeta, un problema gravissimo eppure non nuovo. I civilissimi abitanti dell’antica Roma, per alimentare, anno dopo anno, secolo dopo secolo, il fuoco che riscaldava le terme di quella città, fu in grado di disboscare un territorio immenso che andava dalla Turchia al nord Africa alla penisola Iberica, una vera calamità al servizio di abitudini ritenute civili in nome dell’igiene a scanso di malattie mortali, ma divenendo possibili vittime di sincope nel passaggio dal “calidaruom” al “frigidarium”. Noi, civilissimi uomini, consideriamo la terra nostra genitrice, ma non avvertiamo alcun rimorso nel nutrirci del suo corpo indifeso, quando quel corpo generoso non potrà più sfamarci, urlare al disastro non servirà a nulla, da madre che ama i suoi figli ci ha avvertiti più e più volte del grande rischio che incombeva sulle nostre teste, siamo rimasti sordi a ogni richiamo, allora sarà inutile invocare mercede. Il tempo è finito mentre correvamo a occhi chiusi verso il baratro di un falso modernismo, un miraggio splendente che, ingannevole, è divenuto la fine di tutto. Hanno dato vita alla mostra, ognuno secondo il suo sentire gli artisti: Nuccia Accardo, Giovanna Agrò, Rossella Andriani, Luciana Barletta, Marisa Battaglia, Peppe Caiozzo, Giovanna Calabretta, Stefano Cammarata, Antonietta Cangelosi, Marcello Castiglia, Germana Chentrens, Bartolomeo Conciauro, Daniele Del Dottore, Angelo Denaro, Liliana Errera, Antonella Farinella, Giuseppe Fell, Naire Feo, Giovanni Ferrante, Dora Flavianna, Nuccia Gandolfo, Salvatore Gentile, Manlio Geraci, Salvatore Giambanco, Claudio Giarraffa, Maria Grazia Raffaele, Mimmo Guadagna, Gilda Gubiotti, Giorgio Incardona, Piera Ingargiola, Anna Kennel, Kindia, Andrea La Casa, Donato Larotonda, Margherita Levo Rosenberg, Nicola Lisanti, Marco Lotà, Stefania Maenza, Antonio Maggio, Ivana Mancino, Tiziana Viola Massa, Daria Musso, Vincenzo Ognibene, Wang Pan, Saro Pirrone, Graziella Pontonutti, Alex Portuesi, Luisa Ramunno, Giuseppe Randazzo, Maria Laura Riccobono, Celestina Salemi, Angela Sarzana, Maurizio Scaldara, Arturo Semprevivo, Mimmo Serio, Vittorio Silvestri, Nancy Sofia, Arturo Stabile, Rosario Trapani, Maria Felice Vadalà, Caterina Vicari, Maria Giovanna Vincenti, Maria Vinci, Antonio Viola, Aida Vivaldi Tutte le opere saranno ospitate presso il prestigioso spazio del “Centro Congressi Marconi Corso IV Aprile, Alcamo (TP) dal 4 all’8 giugno 2011 dalle 9,30 al 13 e dalle 16,30 alle 20.00 Claudio Alessandri
Dissonanze transitorie Minou Amirsoleimani - l’acqua nell’anfora e noi a girovagare assetati Martedì 7 giugno 2011, alle ore 18,00 a Roma, presso lo Studio Arte Fuori Centro, via Ercole Bombelli 22, si inaugura la personale Minou Amirsoleimani. L’acqua nell’anfora e noi a girovagare assetati, curata da Loredana Rea. L’esposizione rimarrà aperta fino al 24 giugno, secondo il seguente orario: dal martedì al venerdì dalle 17,00 alle 20,00. La mostra, è l’ultimo appuntamento di Dissonanze transitorie, ciclo tematico di approfondimento, ideato dal critico Loredana Rea con l’intento di riflettere sul bisogno di contaminazione, che sembra caratterizzare in maniera assolutamente determinante la ricerca contemporanea, intesa non solo come volontà di uscire da canoni espressivi e tecnici considerati tradizionali per raggiungere una maggiore libertà di azione, ma anche come necessità di focalizzare l’attenzione su dettagli che altrimenti sfuggirebbero, per tracciare i confini di un territorio ampio in cui prospettive differenti trovano sempre nuove declinazioni. Nel periodo compreso tra febbraio e giugno sei artisti – Giuliano Mammoli, Elena Nonnis, Elettra Cipriani, Anna Maria Fardelli, Elisabetta Diamanti e Minou Amirsoleimani – diversi per formazione e scelte operative, si confrontano per evidenziare l’importanza di una pratica di continuo e ricercato sconfinamento, strettamente connessa alle molteplici e talvolta transitorie dissonanze di metodo, di progetto, di strumenti e di idee. Quello proposto è dunque un percorso assolutamente permeabile in cui gli artisti invitati presentano le loro opere come i segni inequivocabili della complessa articolazione di un mosaico linguistico capace di creare interessanti commistioni, raffinate decontestualizzazioni e seducenti alterazioni, con l’obiettivo di rendere manifesta la complessità di questo nostro tempo. Per questa esposizione Minou Amirsoleimani presenta un’opera rigorosa e di grande incanto, a suggerire la fragilità dell’esistenza e la difficoltà di confrontarsi con la quotidianità, aggiungendo un altro tassello all’analisi dello spazio in relazione alle forme in esso contenute, che dagli anni ’90 le ha offerto molti importati spunti di riflessione. Un lungo rotolo, intessuto di versi in lingua farsi, si dispiega nello spazio della galleria, scandendo il ritmo solenne di un’antica ritualità, legata alla cultura persiana. Le ciotole segni inequivocabili di una simbolica offerta custodiscono, come suggeriscono i versi scelti nel titolo, il bene più prezioso per la continuità della vita, l’acqua intesa come inizio di tutte le cose. Interamente realizzata in carta, che l’artista stessa crea, mescolando alla polpa di cellulosa pigmenti naturali, e poi modella, l’istallazione delinea con innegabile sapienza evocativa il percorso di una ricerca difficile eppure ineludibile: rintracciare nei segni di un quotidiano spesso apparentemente banale le motivazioni di un sentire profondo, per provare a dare un significato a ciò che in apparenza non ha significato.
I am Artist Nityam Singha Roy from Mumbai Kept my Solo Show at AYYA ART GALLARIES 33 Woods Road, Opp: Express Avenue 6th gate, Mount Road, Chennai-2 Ph:9841076654 / 9841037810. 044-42158062 / 42158063 The Show Starts on 06/06/2011 and tills on 22/06/2011 Please click the following link for looking all my paintings http://www.ayyaart.com/home.php?album=252&art=all&page=artgallery&imageField.x=21&imageField.y=10 All these Paintings for sales Kindly visit the Exhibition make it grand success. Thanking you Nityam Singha Roy - Artist
ERCOLE PIGNATELLI Ospite del Museo Mandralisca di Cefalù di Claudio Alessandri La splendida cittadina normanna di Cefalù, centro balneare e turistico di grande importanza, ha promosso una spettacolare serie di mostre di pittura, riservata ad alcuni grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea. Prestigioso il luogo che ospiterà questa iniziativa, il Museo Mandralisca, come già specificato, a Cefalù. A inaugurare questa serie prestigiosa e imperdibile, di eventi che vedono protagoniste le opere più significative di affermate “correnti artistiche”, sarà il maestro Ercole Pignatelli, il primo giorno d’esposizione avverrà il 25 giugno p.v.. Nell’osservare le opere di Pignatelli, non riusciamo a stabilire, in quei dipinti, cosa abbia una prevalenza, il colore è senza dubbio ciò che balza immediatamente alla percezione visiva, colpisce con fragore la mente stimolata dalle incisive variazioni cromatiche, non siamo troppo distanti da certi dipinti di ispirazione havajana, da non confonderli comunque con una pittura primitiva, ma indubbiamente sono colori di una tale vivacità che riscontriamo nei paesaggi delle isole tropicali, dove tutto è esagerato, il colore della frutta e dei fiori, del mare, dal cielo folgorato da una luminosità solare che stordisce, tutti elementi che si colgono dalla realtà, ma probabilmente anche da un artista come Pignatelli, che scorge al di la dei colori di base, scruta oltre l’arcobaleno. Quindi Ercole Pignatelli supera artisticamente il nostro mondo, le chiusure, le proibizioni e, in fondo, quella che noi abbiamo eletto a base di ogni comprensione, la logica. Nei dipinti di questo straordinario artista, risuonano i colori, la luminosità, l’incanto della sua regione d’origine, la dolce Puglia che vide e godette del genio di Federico II di Svevia, fin dalla nascita ne ha odorato i profumi intensi, della zagara, del gelsomino, ha colto visioni, allora incomprensibili, adesso riversati senza esitazione, forse ampliati nel ricordo, sulle sue grandi tele. Tutto in Pignatelli assume dimensioni e colori che, ignorando la realtà, ne colgono le forme dilatandole, nudi femminili che, nelle proporzioni e nella cromia, fuggono dalla rappresentazione scolastica, quei nudi, pur nelle forme, a dir poco opulente, assumono atteggiamenti da contorsioniste, ignorando la postura, molte volte contro la logica gravitazionale, donne amaranto, azzurre, o scorte in trasparenza attraverso un bicchiere, lunari, rosso sangue. Spesso, gli oggetti, le case o le piante che contornano il soggetto principale, sono sproporzionatamente minute, quasi un paesaggio lilipuzziano, subito smentito da nudi di donne prosperose che “vivono” tra fiori o piante in proporzione al soggetto rappresentato. Potrei proseguire in questa elencazione di forme e colori che ignorano la natura, si immergono in sogni irreali, forse desiderati, probabilmente intravisti, ma mai asserviti a giudizi di critica colta, in positivo e in negativo, proprio il giusto atteggiamento di un artista consapevole del suo valore, ma disposto a condividere con tutti il suo pensiero, non solo artistico. La mostra si inaugura oggi 25 giugno presso il Museo Mandralisca in Via Mandralisca 13 di Cefalù ed è visitabile fino al 14 luglio. Orari: 9 - 19 Claudio Alessandri
ENNIO MONTARIELLO “IL BELLO E LA GRAZIA” Presso il Palazzo Trinci del castello di Pissignano – Borgo San Benedetto (PG), verrà ospitata una personale dell’artista Ennio Montariello. L’evento organizzato dal Comitato Civico Livori e curato dal Dott. Andrea Palazzi, ed è patrocinato dalla Provincia di Perugina e dal Comune di Campello sul Clitunno. E’ strano a dirsi, ma sulle mie spalle gravano molti, troppi anni dedicati all’arte e a tutto ciò che promuove ogni manifestazione artistica, eppure quando debbo esprimere un parere sulle opere di Ennio Montariello, mi costringo ad una analisi quanto più scevra da influenze forvianti, come nel caso di Ennio, mi riferisco alla produzione artistica passata e presente, ancora una volta mi si presenta l’arduo compito di esprimere un parere, ovviamente artistico, su questo “funambolo” del disegno e del colore. Ha inizio, nel mio sentire quelle opere, il desiderio di lanciare il mio giudizio al galoppo, ma scelgo il trotto per essere il più imparziale possibile. Ancora una volta vengo beneficiato dalla bellezza, sia femminile che floreale, che informale, sento che nel mio subconscio avviene uno scontro doloroso tra ragione critica e abbandono al bello elevato ad arte, senza titubanze d’ordine mentale, ad emergere nel mio intimo si impone la violenza del sensoriale. E’ proprio questa sensazione, poco professionale, che mi rende “debole” osservando le tante opere di questo artista che, come tale, ama il bello e lo trasferisce con disarmante naturalezza sulle sue tele. I tanti volti muliebri dipinti da Montariello, mostrano, oltre alla bellezza, la chiave per aprire la loro anima, la bellezza di quei volti, potrebbe distrarre l’osservatore ad immedesimarsi nell’evidente in forma critica, come è giusto che sia. Piacevolezza estetica, lo affermo perché io per primo sono stato catturato da questa, involontaria, tagliola; quindi invito il fruitore dell’opera, una volta “sbalordito” da tanta bellezza, osservare con attenzione quei volti e, se si è abbastanza attenti, scaturirà e travolgerà ogni facile sensazione materiale, un mondo nuovo, sempre diverso, vasto e insondabile come un verso poetico, fragile e fatuo come un amore immaginato, ma mai vissuto, il disvelarsi di arcani segreti, trepide attese di una realtà che non potrà mai saziare la nostra, naturale, smania di sapere. Ma Montariello è un maestro di “magia” quando accosta al volto femminile dei fiori, tanti fiori, di ogni specie e colore dalle infinite sfumature, ecco che il bello femminile raddoppia il suo richiamo, fiori e donne, un binomio perfetto, umane le prime, vegetali i secondi, eppure entrambi assimilabili l’uno all’altro, una osmosi senza fine che colora le gote delle fanciulle e profumano di giovinezza, freschezza, i fiori ebbri di umori sensuali, donna - fiore, pronti a donarsi all’amore che tutto abbellisce, tutto risuona di una atmosfera da sogno. Nell’informale, Montariello, da la sensazione di “lanciare” la sua anima in una corsa sfrenata, libera da pastoie di forme evidenti, ritrova la libertà e l’armonia dei colori, quindi non forma, ma puro estetismo scaturito da una volontà feconda che riesce ad asservire i vari pigmenti a soluzioni eleganti e mai contrastanti nella loro armonia. Quell’informale è chiaramente figlio di una non comune padronanza del segno e del colore, forme e colori non sono “divertissement” fanciulleschi, ma coscienti pentagrammi che risuonano di un mondo primigenio affidato alla libertà d’esprimersi, non catene, non dolore, solo felicità adombrata, quel tanto che è giusto, da tristezza. La mostra si inaugura venerdì 1 luglio alle ore 18 e rimarrà aperta fino al 13 luglio orario: 10/13,30 – 16,30/20 presso Palazzo Trinci del Castello di Pissignano – Borgo San Benedetto – (PG) Claudio Alessandri
NITSCH&CARAVAGGIO Violenza, frutta, fiori e Redenzione: Un discorso poetico su Caravaggio e Hermann Nitsch" Martedì 5 luglio il Museo Archivio Laboratorio per le arti Contemporanee Hermann Nitsch propone un nuovo incontro, continuando la serie di appuntamenti nati dal progetto Nitsch & Caravaggio. L’inedito dialogo tra i due Grandi Maestri, consacrato dall’installazione ideata dal padre dell’Azionismo Viennese e insediata presso il luogo caravaggesco per eccellenza, la Sacrestia del Pio Monte della Misericordia, ha ottenuto numerosi consensi per tutto il mese di Maggio 2010. L’iniziativa si propone ancora di aprire una riflessione sulla inclinazione e l’elaborazione della radicale esperienza della verità in pittura, dischiusa da Caravaggio nel multiverso delle forme del fare caratterizzanti il contemporaneo, attraverso il confronto tra storici dell’arte dotati di una visione di ampio respiro e insieme attivamente impegnati nella critica militante e alcune tra le voci più originali dell’attuale pensiero filosofico europeo. La nostra attenzione e quella del Maestro Nitsch si è soffermata sulla Prof.ssa Adriana Corrado, docente di inglese dell’Università degli studi del Sannio, e sul Prof. Robert C. Morgan docente di Arte al Pratt Institute di Brooklyn, New York (USA) nonché primo a ricevere il premio “Arcale” rilasciato in critica d'arte internazionale a Salamanca, Spagna (1999).La sua carriera vanta di numerose presenze sia per conferenze che come artista a Biennali d’arte, soprattutto in Oriente (Shanghai 2002 ; Biennale di Scultura di Teheran 2007; Fiera d'Arte di Singapore 2008; e la Biennale di Istanbul 2009). È proprio lo stesso a dichiarare:“ Guardando a una riproduzione del dipinto di Caravaggio, Natura morta con canestro di frutta, ricordo l'uso che Nitsch fa dei fiori in relazione alle sue installazioni di manufatti celebrativi, indumenti, utensili e tessili macchiati di sangue e pigmento. Spesso vi è la presenza di fiori come una risoluzione o riconciliazione che riguarda gli aspetti fondamentali della natura e gli antichi rituali che coinvolgono sacrifici animali e il corpo umano. Penso che la rappresentazione estetica della violenza nelle opere di Caravaggio e Nitsch come condivisione di una comunanza, spesso riconciliata con la presenza di fiori e frutti, che esprimono la reciprocità della natura con le rotture che si verificano spesso inspiegabilmente lungo tutto il corso della storia umana. Ma c'è un fattore di redenzione all'interno di ogni artista che trascende la religiosità e nutre l'anima in termini di guarigione e di potere psichico. Queste opposizioni sono quello che vorrei affrontare nella mia presentazione sulla purezza e l'intensità nelle opere di questi due artisti. ESSERE – Hermann Nitsch ad Ascea giovedì 7 e venerdì 8 luglio la Fondazione Alario per Elea-Velia di Ascea (Salerno), in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli ospiterà le parole ed i segni di uno dei grandi dell'arte contemporanea, Hermann Nitsch. In una due giorni fatta di incontri, letture, video e performance, il maestro dell'Azionismo viennese si concentrerà sul tema dell'ESSERE (das SEIN) e conseguentemente col suo rapporto con Parmenide, il grande di Elea, vissuto in quegli stessi luoghi duemila e cinquecento anni fa. Il programma prevede: 7 luglio 2011 ore 18.00 Hermann Nitsch legge Das SEIN Giuseppe Zevola interpreta ESSERE intervengono: Lorenzo Mango e Romano Gasparotti video loop: Caravaggio & Nitsch 2010 di Mario Franco 8 luglio 2011 ore 19.00 Proiezioni di 130.Aktion Festa di Pentecoste 2010 di Rolf Leitenbor intervengono: Giuseppe Morra e Pasquale Persico video loop: Museo Nitsch The Making of 2008 di Pasquale Napolitano Per info: Museo Nitsch vico lungo Pontecorvo, 29d 80135 Napoli tel 081 5641655 Fax 081 5641494 info@museonitsch.org www.museonitsch.org Fondazione Alario per Elea Velia onlus Tel. 0974 971197 Fax. 0974 971269 www.fondazionealario.it info@fondazionealario.it E' possibile vedere la promo dell'evento al link: http://www.vimeo.com/25620134 La partecipazione agli eventi è gratuita. E' possibile raggiungere Ascea in treno (la Fondazione Alario è ubicata davvero a pochi passi) attraverso la linea interregionale veloce per Sapri e Cosenza, è possibile seguire gli eventi anche senza pernottare sfruttando il treno in partenza da Ascea alle 21:01 con arrivo a Napoli Centrale alle 22:54. ======================================================================================
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Il Viaggio - Calendario Anforah 2012 Appena realizzato, scaricabile gratuitamente sul Web alla Home Page della Webagalleria Anforah (www.Anforah.Artenetwork.net), è il quarto Calendario Anforah 2012 di Poesia e Immagine dal titolo Il Viaggio, iniziativa collegata al XIV Festival Internazionale Trieste Poesia che si terrà, nel Capoluogo giuliano, dal 28.11 al 3.12.11 e vedrà premiato il dominicano Rei Berroa. Riportiamo, per rendere parziale idea dell’opera, il commento introduttivo del curatore Fedele Boffoli: “Dalle remote percorrenze di popoli nomadi agli spostamenti quotidiani delle genti contemporanee, il Viaggio, quale realtà integrante per l’Uomo, rappresenta, da sempre, un movimento necessario per la vita. “L’andare”, “Il muoversi, verso o contro” L’impulso dinamico attrattivo/repulsivo che può suscitare l’incontro fecondatore e creativo ma anche generare lo scontro, la fuga o la morte. Come ogni cosa al mondo, il Viaggio non si sottrae alla sua natura reciproca e paradossale. Si può viaggiare in movimento ma anche stando fermi (il pensiero ha una sua dinamica); mistici, pensatori, poeti, filosofi e artisti ecc. hanno esperienza di questo. Tutto ciò che comporta per l’umanità percorso è Viaggio: un gesto, un’azione, un pensiero, un’opera d’arte. Per gli artisti- viaggiatori di Anforah (alcuni come Davoli, realmente tali) viaggi per eccellenza, sono le opere, intese, alchemicamente, come percorsi dell’anima, che traducono, rendendone testimonianza, il fecondo e immaginifico mondo delle idee in forme e fatti, sostanziali e tangibili.” Partecipano all’iniziativa: Fedele e Francesco Boffoli, Paride Alessandro Cabas, Alfredo Davoli, Suor Rosalba Facecchia ASC, Franco Folla, Pino Giuffrida, Giuseppina Labellarte, Salvatore Marchesani, Rita Marziani, Francesco Mignacca, Marina Postogna, Fabio Russo, Mariagrazia Semeraro. Trieste, 31 agosto 2011 Fedele Boffoli (in Facebook) info@fedeleboffoli.it www.Artepensiero.it/Fedele_Boffoli.htm - www.Anforah.Artenetwork.net Bari - Trieste - Tel. 338-2246495
HENRI de TOULOUSE LAUTREC -DIVERSITA’ FISICHE E IL GENIO-L’ERRORE RACCHIUSO NEL GIUDIZIO UMANO di Claudio Alessandri E’ molto strano, per non dire colpevole, che quando ci si interessa ad un grandissimo artista del passato o del presente, ancor prima di immergerci nell’esame delle tante opere da loro dipinte, ci si soffermi, seppure brevemente, sull’aspetto fisico dell’artista, quasi fosse questo a determinare la validità dell’opera che risente, non le sembianze esterne, fisiche del pittore, ma quelle spirituali influenzate, senza dubbio, da qualche grande o piccolo difetto, un “transfert” intimo e non evitabile alla stregua di una tendenza pittorica tratta da un determinato stile contenuto in altre opere. A conferma di questa debolezza del tutto umana, quindi comprensibile, ma non scusabile, sono sufficienti due esempi, Antonio Ligabue, la tigre che balza sulla preda, straordinariamente realistica nelle fauci orrendamente spalancate, o anche negli artigli “sguainati” che incutono paura, rimaniamo incantati dal realismo di quel dipinto, in quella opera ed in altre, si può leggere il tormento dell’anima dell’artista, quella forza selvaggia, ma repressa che evidenzia momenti nei quali vorrebbe penetrare egli stesso in quel mondo dipinto per incarnarsi in quella bellezza selvaggia che gli consentirà la rivalsa, sempre desiderata, per un mondo che è li, sempre pronto ad annullare il volere della tua mente, precipitandoti in un abisso pauroso. Antonio era a volere essere comprensivi un originale, gli abitanti di Gualtieri, nel paese della bassa padana dove era finito per ventura, erano soliti chiamarlo ”al mat” , ed ecco che nell’ammirare i suoi capolavori, tornano alla mente gli aneddoti che lo riguardano; la motocicletta rossa, i suoi soggiorni al manicomio, il grande cappotto che era di due taglie più grande del suo esile corpo, l’automobile con l’autista, quando raggiunse il successo, anche economico. Facezie, ma del suo genio pittorico rimangono solamente gli scritti dei critici maggiormente lungimiranti. Questo, forse troppo lungo preambolo, non è fine a se stesso, l’argomento è sempre lo stesso, la follia latente e la deformità fisica, in questo secondo esempio ci riferiamo a Touluse-Lautrec, artista incomparabile che contribuì con le sue opere assolutamente originali, diede splendore a Parigi della “Belle Epoque”, ma quando si accenna alla sua pittura che cantò un’epoca che moriva fra lo sfavillio delle luci e l’allegria di una società votata al divertimento, simboli di quei momenti sono, non solo per “Lautrec”, le dame dallo sguardo languido, ma anche prostitute, ballerine, uomini vestiti in modo eccessivamente ricercato, diremmo originale, coglie le atmosfere falsamente puritane dei frequentatori notturni dei cafès, dei cabarets. Ovunque vengano esposte le preziose creazioni di questo impareggiabile esploratore della psiche umana, è inevitabile rivolgere il pensiero all’aspetto fisico di questo grande pittore; la fotografia, che esordiva in quegli anni divenendo anch’essa espressione artistica, ci mostra, in tutta la sua reale freddezza, un piccolo corpo deforme, di normale aveva solo la testa ed il tronco, e quella testa ornata da una grande barba nera, da l’impressione di essere in bilico su delle spalle fortemente cadenti. Quello però che rendeva veramente deforme in Lautrec erano le braccia e le gambe che, per accidenti accaduti da bambino, sommati ad una rara malattia, avevano le proporzioni di un bambino di sei anni circa. Eppure, in quel piccolo corpo albergava una volontà di imporsi nella vita che lo affrancava da ogni difetto fisico. Non sono numerose le mostre dedicate a Lautrec al di fuori dell’ambito museale, quindi la mostra organizzata dalla Fondazione Magnani Rocca, Traversetolo (PARMA), rappresenta una occasione irripetibile per usufruire del privilegio di godere del vantaggio di ammirare le opere dell’artista della Belle Epoche in un luogo facilmente raggiungibile, e per lungo periodo. Questa mostra ci offre la possibilità di ammirare oltre all’intera raccolta delle affiches fare un confronto diretto tra le figure di Lautrec ed i paesaggi degli impressionisti, tra i manifesti di Henri accostati a delle stampe giapponesi, particolarmente ricercate in quel periodo, in questo modo si può godere, con la stessa emotivà di un tempo, la sfida incruenta fra lui e Cheret, Mucha, Steinlen e Bonnard, senza trascurare l’evidente influenza di Toulouse su Picasso durante i primi passi parigini. Toulouse Lautrec, non mostra alcun interesse per i paesaggi degli impressionisti operanti prima e durante il suo soggiorno parigino, la figura umana esercita su di lui un magico richiamo. La sua deformità diviene un pungolo per intraprendere una attività che non impegni fisicamente, immagina fin dall’infanzia di fare il pittore, discendente da una ricchissima famiglia della Francia terriera, molto presto abbandona il luogo natale che non lo stimola con la sua serena monotonia, si trasferisce a Parigi, città che al termine del XIX secolo, sembra esprimere tutta l’allegria di un’epoca dorata. Frequenta Montmartre, il quartiere che accoglie gli artisti e li seduce con la trasgressione che si manifesta presso locali divenuti, in seguito famosi. Ed è proprio in questo luogo, circondato da una schiera di amici artisti, poeti che Lautrec si fa travolgere da quella atmosfera che non prevede proibizioni di sorta. E’ un frequentatore abituale di locali famosi come il Moulin Rouge, Divan Japonais e le Folies Bergère. I suoi celeberrimi manifesti sono vere e proprie opere d’arte che non sfuggono all’attenzione della gente, che non solo li apprezzò, ma che anche li collezionò, tanto che molti altri artisti percorsero quella strada in entusiasmante ascesa, eppure i personaggi rappresentati sono gli stessi che frequentano i bar, il Moulin Rouge, i circhi, i teatri. Toulouse Lautrec oltre alle fattezze dei soggetti rappresentati, insinua una atmosfera caricaturale spietata, che pone in evidenza le caratteristiche gestuali dei vari personaggi. La sua ispirazione viene particolarmente sollecitata le vedettes con le quali trascorre molte piacevoli ore, le cantanti e le ballerine, May Milton, Jane Avril e la Goulue. Le sue opere si caratterizzano per le ampie superfici dai colori piatti, silhouettes fortemente sottolineate, sempre guidato dal suo genio che si apre e amplifica in una pittura unica e geniale. Inaugurazione 10 settembre Fondazione Magnani Rocca Via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (PR). Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17), sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso.Dal 10 settembre all’ 11 dicembre 2011. Aperto anche tutti i festivi. Ingresso: 9 euro valido anche per le raccolte permanenti, 5 euro per le scuole. Il martedì ore 15.30 viene organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria. Costo € 12,00 (ingresso e guida) Claudio Alessandri
Nella suggestione architettonica del Museo d'Arte di Chianciano Terme un riconoscimento di rilievo è stato conferito all'artista veneto Roberto Lucato da parte dell'European Confederation of Art Critics. Un applauso, dunque, all'autore italiano che alla Biennale di Chianciano non ha interpretato soltanto l'entusiasmante vitalità e la straordinaria immediatezza della pittura nazionale, ma il suo stile pittorico ha, in particolar modo, rappresentato il vessillo di un linguaggio artistico contrassegnato da forti contenuti sociali. Questi ultimi non sono altro che un segno tangibile del mutamento del sistema politico, etico e culturale non propriamente in termini positivi. Difatti esso sta attraversando una profonda crisi in Italia e Lucato ne elabora un proprio "pensiero", ben espresso nei suoi apprezzatissimi "uomini pensanti". E' stato, quindi, attribuito in ex aequo il secondo premio della Biennale di Chianciano proprio ad un artista che ha saputo esprimere la solitudine dell'uomo nel contesto aberrante di una profonda passività mentale verso le istituzioni. Meritato successo per Roberto Lucato che ha fatto della sua pittura un'arte "consapevole". Presso: Museo d'Arte di Chianciano Viale della Libertà 280 53042 Chianciano Terme (SI) Info: www.robertolucato.it Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info ======================================================================================
Gufò "LA PIERRE DE PIERRE" Mostra personale di Scultura dal 25 novembre al 10 dicembre 2011 Inaugurazione: Venerdì 25 Novembre ore 18 Orari di visita: da martedì a venerdì dalle ore 16 alle 19; Sabato dalle ore 10 alle 12; Chiuso domenica e lunedì Ingresso libero Presso: Galleria Sabrina Falzone di Milano, Sala Europa "Gufò e la Pierre de Pierre" è il titolo dell'irriverente mostra che sarà inaugurata il 25 novembre nella splendida cornice della Sala Europa all'interno della Galleria Sabrina Falzone nel centro storico di Milano. I visitatori non dovranno aspettarsi un percorso espositivo tradizionale, perché l'unica opera in mostra sarà una simbolica scultura: un fallo d'oro. Quest'opera d'arte, la Pierre de Pierre, realizzata da Gufò, rappresenta per eccellenza la lussuria della chiesa e la sua omertà. Gufò dedica un fallo aureo come simbolo della pedofilia fra i preti, un tema fin troppo scomodo, di cui si sente parlare poco. Secondo il critico Sabrina Falzone "La Pierre de Pierre" non è altro che il vessillo della vergogna e del senso di colpa che aleggia gravemente nell'ingiustificato silenzio della chiesa. La scultura di Gufò non s'inserisce nel contesto delle numerose provocazioni artistiche guidate dalla foga dissacrante con il solo fine di ottenere stralci di notorietà né essa è riconducibile all'arte blasfema che ha segnato buona parte della produzione artistica contemporanea, ma vive di proprie significazioni e diventa simbolo di espressione culturale e sociale. Non ci si deve, dunque, scandalizzare davanti al fallo d'oro di Gufò, in quanto esso racchiude in sé l'emblema della decadenza morale che ha da sempre contrassegnato l'istituzione ecclesiastica. E' finito il tempo di tacere, di chiudere gli occhi e fare finta di nulla. Gufò tira fuori quel coraggio reattivo, la voce della coscienza, che è rimasta sopita nella nostra società per lunghi secoli. E' un portavoce dei valori dell'umanità, che attraverso il linguaggio plastico della scultura auspica un risveglio delle coscienze. "La Pierre de Pierre" è eseguita su una vera pietra romana rinvenuta nel fiume Po' ed è composta da un fallo ligneo dorato sorretto da un supporto e legato alla pietra. Il supporto diviene così lo strumento necessario per l'ostentazione della magnificenza della chiesa, da interpretare come potenza economica ed inclinazione al fasto in una posizione simbolica di dominio del popolo su una tetra miseria intellettuale e sociale, peraltro evidenziata dal fallo in erezione. La mostra personale "Gufò e la Pierre de Pierre" rappresenta la prima tappa di un vasto progetto espositivo itinerante che propone un nuovo modo di pensare: libero e incondizionato. Eccone, dunque, un'anticipazione. Presso: Galleria Sabrina Falzone, Sala Europa Via Giorgio Pallavicino n.29 - MILANO Sito Ufficiale: www.artistagufo.it - www.galleriasabrinafalzone.com Ufficio Stampa: Sabrina Falzone info@sabrinafalzone.info www.sabrinafalzone.info Info: www.artistagufo.it
http://www.leonildecarabba.it/page1/viaggioalchemico/fotomostra.html
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