SALVATORE PROVINO
“ TERRA CRISALIDE, ANNI LUCE FA”
Ho avuto la fortunata occasione di conoscere Salvatore Provino molti anni addietro, quando avvenne, l’artista aveva da pochissimo tempo lasciato, lo studio di un grande dell’arte figurativa, Renato Guttuso, anche lui di Bagheria, dalla quale si era allontanato per trasferirsi e lavorare a Roma, grande città d’arte che offriva un mondo accogliente agli operatori del mondo artistico, i galleristi, i mercanti, i collezionisti pronti a cogliere le “primizie” di coloro che, un giorno, sarebbero assurti a vette mondiali.
Guttuso aveva accolto Provino che, in quel periodo, si esprimeva egregiamente con il figurativo, in seguito qualcuno affermò, un po’ frettolosamente, che non dipingeva nulla di nuovo, si limitava percorrere, con le logiche differenze, le vie tracciate da Guttuso, una affermazione assolutamente infondata, tra i due in comune vi era solamente lo stile e null’altro, comunque saremmo degli sprovveduti se non riconoscessimo l’inevitabile influenza della possente arte guttusiana su quella in divenire di Salvatore Provino, non fu comunque il primo ne l’unico a risentire ed essere compreso dall’aura incantata del grande Maestro,
Comunque, Provino dopo quel primo periodo, che per coerenza non rinnegò mai, operò una violenta “strambata”, considerata con un termine marinaresco, cioè virò violentemente, abbandonò il figurativo per dedicarsi ad una espressione artistica, fuori dagli schemi, dal punto di vista espressivo, continuando a operare nel mondo fatato delle forme e delle cromie, i primitivi oggetti dalle forme ben definite, forse scontate pur nella piacevolezza formale, si dissolsero in infiniti rivoli, alla ricerca cosciente dello spazio, quella ariosità che il necessariamente limitato supporto, non gli consentiva.
Ecco che le nuove “creature” di Provino, pur comprese nel supporto, si dilatano operando una specie di sortilegio, partono dalla tela per poi uscirne, proseguendo nella forma, nel colore e essenzialmente sul significato, ecco che l’osservatore attento, prosegue mentalmente in quel narrare affidato all’infinito, dove si perde la luce, quindi il colore, tutto si oscura nella pace che può donare solamente la comprensione di un messaggio universale.
Se ne deduce che quello di Provino, rifiuta l’immobilità, tragica foriera di morte, il suo mondo, la sua arte è dinamicità, raggiunge i confini della “Madre Terra”, per poi superare il pauroso confine delle “colonne d’Ercole”, le lascia alle sue spalle, negando loro il significato leggendario, spezzando per sempre il terrore per una realtà mendace, negazione bugiarda dell’esistenza dell’infinito, nella pittura e nella mente di una umanità finalmente felice per la libertà conquistata.
Il vernissage di Salvatore Provino verrà inaugurato giorno 7 novembre presso la Galleria d’Arte Mercurio di Via Simone Cuccia 21/23 e sarà preceduto dalla presentazione del libro “TERRA CRISALIDE, ANNI LUCE FA” .
La mostra resterà aperta fino al 20 dicembre 2010 – Orari: 10.00/13.00 – 16.30/20.00 (chiuso festivi e lunedì mattina)
Claudio Alessandri |