“Le
ragioni di una ricerca”
Premesso
che, diversamente da quello che d’acchito tutti definisco la mia pittura
” astrazione informale” essa è e vuole essere “ALTRO”. La
mia ricerca creativa parte dalla consapevolezza di una condizione umana,
che la meccanica quantistica, afferma essere tutt’altro che reale, per
come noi intendiamo genericamente il reale, per andare oltre la stessa
M.Q. Perché a questo punto la M.Q.
diventa anch’essa una frazione, infinitesimale, di una “realtà
ultima” che io ho definito “L'INFINITO REALE”
Perché “infinito reale?”
Perché tutti gli altri infiniti che la
storia umana, fino ad ora, ha tentato di delineare non rappresentano la
“REALTA'ULTIMA”.
“L’infinito reale” che ho delineato nei
miei appunti, è la più estrema frontiera del “conoscitivo” al quale
si è pervenuti, con rigore e
altissima plausibilità, non dimentichi dell’impossibilità di una
certezza.
Le mie opere sono e cercano
di essere l’espressione estetica di questa ricerca e di questo approdo
“all’infinito reale”.
E in esse vi è la risposta da carpire, andando oltre la banale
verosimiglianza con l’informale astratto.
Ricerca quindi di un “codice” estetico
espressivo, che sintetizzi una “REALTA’ ULTIMA” ma anche “realtà
umana nuova”.
Perché una “NUOVA VISIONE” che vuole estetizzarsi, necessita di un
alto sforzo di ricerca e di trasposizione di concetti.
Da un
“INFINITO REALE”, teorizzato, ad un contesto pittorico, fatto di
supporti, forme e colori, che cerca di decodificarne il senso intimo.
Cioè come e cosa è
“L’INFINITO REALE ?”.
Lecchi Marino
Nuovo Testo Critico di Joan Lluís Montané a Marino Lecchi: fisica quantica, forma geometrica, essenza surreale, viaggio atemporale Un viaggio attraverso universi paralleli sono le sue opere, realizzate con tecniche miste ricercando l’allegoria nel volersi avvicinare ad altre realtà esistenti con una certa consapevolezza simbolica. Si lascia anche trasportare da un certo onirismo surreale, nelle geometrie che superano le frontiere fisiche ricercando una diversità di opzioni nelle molteplici realtà. In questo modo le sue strutture formali diventano gesti, ondulazioni che fanno parte di esigenze diverse, alcune oltre la fisica. Presenta un vero e proprio gioco di materia, elementi e universi all’interno del ventaglio di possibilità, lasciando sempre una sensazione di libertà e cosmicità. Tende a delimitare la formulazione dello spazio condiviso, a comporre un’opera che è libera ma contiene allo stesso tempo un embrione che si manifesta continuamente, come una specie di timbro personale che definisce la sua pittura e configura i parametri su cui si basa. Ciò che è sopra è sotto e ciò che è sotto è sopra. Ci comunica che non esistono limiti e che ci sono altre dimensioni oltre alla lunghezza, larghezza, altezza, allo spazio e al tempo. Ci racconta di altre zone dell’esistenza in cui non esistono limiti spaziali, ci descrive la forma, le strutture e la materia come entità vive, che si allungano e superano altre realtà materiali, muovendosi continuamente, per installarsi in ambiti diversi e mondi di differente densità. Mostra organicità, strutture, forze energetiche che forgiano le forme che continuamente trasformano tutto ciò che esiste, in qualunque istante, in qualunque momento, secondo dopo secondo. Non c’è nulla di statico, non esiste l’emblematicità del perenne, perché la verità si trova nel mutamento continuo. Si dimostra interessato alla geometria in progressione fino all’infinito, nella necessità di abbracciare il calore a partire dalla scienza, dalla tecnologia, dall’evidenza energetica e dal fuoco dei colori intensi ed emotivi. Il suo cromatismo è fondamentale perché è quello che apre le porte fino alle esistenze che non si vedono ma che esistono e intercedono, cambiando e trasformando la nostra stessa realtà. È un pittore che, allo stesso tempo, è artista delle emozioni, a partire dall’onirico e reale, dialogando da prospettive diverse per arrivare a soluzioni diverse allo stesso problema, perché, in fondo, tutto ciò che esiste è intercambiabile, interagisce e si trasforma. Creatore di momenti costruiti, di forme dotate di movimento, dinamiche, elettriche, oniriche ed essenziali, ricerca particolarità nel tutto, interagendo con il fatto che ciò che fa parte dell’essenza è ciò che è particolare e universale allo stesso tempo. Le sue costruzioni e universi sono il fondamento inerente della prova dell’esistenza nell’emblematicità del suo posizionamento e nella sua formulazione basica. Marino Lecchi punta su quanto è evidente, all’interno della prospettiva mutevole, perché è un creatore che ama coesistere con la forma e la dinamica di ciò che è intangibile, nel prisma di possibilità e scommesse vitali, consapevole che è frequente e reale all’interno di un’esistenza che, pur avendo i propri tempi, coesiste simultaneamente in sfere diverse. Joan Lluís Montané Asociación Internacional de Críticos de Arte (AICA)
|