Artists  
Gallery     

Kyoto Gallery

Info per aderire

Formmail Email

Luvit


Cerca nel sito

Contact


Lista eventi di oggi
PressRelease
   

         

Art News

 

Il Giornale dell'Arte

 

 

 

 

Italian Artist
Atzori  Graziella
Via delle Ginestre  9
34135  Trieste
Tel. 040422000


gra.atzori@gmail.com

www.pitturaedintorni.it


1


2


3

4

5

6
1. Pubertà 3:  digital art cm. 50x60 - 2008
2. Bassorilievo: digital art cm. 50x70 - 2008
3. C'era una volta un prato : digital art cm. 50x70 
   -2009
4. Galletto: digital art cm. 50x50 - 2008
5. Il dono: digital art cm. 50x70 - 2009
6. Madonna di carta: digital art cm. 50x60 - 2008
 

1 IL TRANSITO Camminava a passi lenti, in attesa della morte. Lei sarebbe venuta al crocicchio secondo il patto convenuto, a fissarlo negli occhi per imprimere un suggello all’impresa che lo attendeva, per infondere coraggio e la memoria del ritorno. Sì, sarebbe giunta con fiori bianchi nelle mani e un sorriso tenero leggermente sardonico, muta, complice, amante perfetta di mille perdute sere. Hiram camminava a passi lenti… Il fiume alla sua destra scorreva come striscia d’argento, simile a un’astronave nei cieli, a un compagno liquido, liquido testimone del suo sentire. Avrebbe abbandonato la casa antica per un mondo oscuro e forte, violento e ingrato intravisto nel sogno. Ma lei sarebbe venuta…certamente. Ma lei… Tramontava il sole dietro ai monti risaputi. Il verso di un uccello lo strappò alla concentrazione. L’attesa divenne lancinante. Sapeva di dover precipitare sulla terra in una zona di guerra falciato da una raffica di mitra nell’intento riuscito di salvare un bambino da un incendio. Ad occhi chiusi riconobbe la scena, il fumo asfissiante, il bagliore letale di quel fuoco. Perché? chiese d’un tratto. Perché il bimbo, domani e poi domani, scriverà un poema sulla bontà intravista sul tuo volto, rispose una voce calma proveniente da una zona inesplorata del suo intimo. Scendeva intanto la notte. La luna gialla illuminava quella zona di transito, così densa di suoi ricordi, di vino sorseggiato in compagnia dell’amata, bocca a bocca, fuoco fuso nel fuoco, con parole trasformate in sussurri, e amplessi, fusione di pura luce. Poiché conosceva la comunione, ora temeva l’abbandono. Temeva la solitudine, il buio, il freddo, il battito di denti in future bufere, in venti potenti senza remissione. Più di ogni altra cosa, penetrò il terrore di imbattersi in voci umane cariche d’odio, in sguardi colmi di indifferenza, ventri gonfi di fame, mutilazioni. 2 Volle gridare e non potè. Desiderò voltare le spalle a quell’interminabile, dolorante immaginazione. Volle gridare e non potè… Il suo arbitrio si piegava alla compassione, nella consapevolezza di essere uno con la visione, uno con il futuro bambino strappato all’incendio. Pianse d’amore, un amore d’arcangelo. Hiram percepì il fremito che, a detta dell’istruttore, avrebbe preceduto il distacco delle sue ali. Fece un tentativo di volo ma subito desistette. Doveva restare fermo e solo, divenire trasparente e quieto, nel silenzio dell’attesa. Contava meccanicamente i battiti del cuore. Iniziò ad essere travolto da un capogiro ipnotico. E dimenticò dove fosse, chi fosse, stentava a pronunciare mentalmente il suo nome. Avrebbe voluto piangere e non possedeva più lacrime, comprese di non possedere più mani. Ed ecco, ecco il crocicchio di strade fosforescenti alla luce di stelle ineluttabili che segnavano il fato scritto per lui da sempre. Disse sì, sì ripetè con l’ultimo fiato, prima della fine. Vide lei ridente, biancovestita. La morte amica avanzò fino a scrutarlo nel profondo. Hiram ricevette il suo bacio, suggello del coraggio. L’ultimo addio fu caldo, fu l’abbraccio di eros, l’indistruttibile demone della perfetta armonia, il ponte di giada fra la terra e il cielo. L’arcangelo si sciolse nella pioggia che bagnava dolcemente il territorio di confine. Graziella Atzori TS dicembre 1999